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Milano

Minacce all’ex fidanzatina 17enne dopo la rottura della relazione: “Ti devi suicidare!”

Pubblicato il 15 Dicembre, 2023

Lo chiamano effetto Giulia Cecchettin, quel moto di ribellione delle donne vittime di violenze e di abusi da parte di ex fidanzati, mariti e compagni che sta portando a numero denunce di stalking. E proprio un vergognoso caso di stalking ha visto protagonista una ragazzina di 17 anni, che sarebbe finita nella trappola di un 21enne che ha iniziato a stalkerizzarla dopo che lei ha deciso di porre fine alla loro relazione con percosse, offese e ogni tipo di minaccia, inducendola in una grave stato di ansia e terrore.

La fine della relazione

Secondo la ricostruzione i fatti si sarebbero verificati tra il dicembre del 2021 e l’aprire del 2022. I due si sarebbero conosciuti su un sito online e avrebbero iniziato a frequentarsi, ma dopo due mesi la 17enne avrebbe deciso di porre fine a quella frequentazione. Una decisione che non sarebbe stata accettata dal ragazzo 21enne, che avrebbe iniziato a insultarla con frasi molto pesanti del tipo “schifosa”, “schiava”, “ti devi suicidare”.

Secondo l’accusa in alcune circostanze il 21enne l’avrebbe picchiata, ferendola ad una mano e tirandole i capelli, arrivando addirittura a minacciarla di morte e insultandola con offese molto pesanti. Il giovane avrebbe minacciato di morte anche la madre, “colpevole” di averlo rimproverato per i suoi atteggiamenti violenti nei confronti della figlia.

Lo stalking

Il giovane, secondo i difensori della ragazza, non si sarebbe fermato qui e per mesi avrebbe inondato di messaggi offensivi la 17enne, portandola in uno stato di ansia e confusione e spingendola ad autoinfliggersi dei tagli.

Secondo la ricostruzione il 21enne avrebbe preteso dalla ragazza addirittura 1.270 euro come rimborso spese per il treno e per i soldi che lui avrebbe speso per lei e per la madre. La 17enne, insieme ai genitori, ha sporto denuncia contro il giovane ed è stato aperto un procedimento contro di lui con l’accusa di stalking aggravato al Tribunale di Macerata davanti al giudice monocratico Simonelli e al pm D’Arienzo. Dopo l’avvio del dibattimento l’udienza è stata rinviata per ascoltare i primi testimoni indicati dall’accusa.

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