7.2.2022 – La notte tra il 5 e il 6 febbraio di 77 anni fa Erminio Ferretto, nome di battaglia “Venexian”, veniva ucciso dalle Brigate Nere nel casolare della famiglia Pavan, a Bonisiolo, dove aveva trovato ospitalità. Era nato a Mestre nel 1915 ed era diventato antifascista da giovanissimo, fin dagli anni Trenta. A Mogliano Veneto, nel luogo in cui è stato eretto il cippo a lui dedicato, si è tenuta questa mattina la cerimonia di commemorazione di quell’eccidio, con i rappresentanti dei Comuni di Venezia, Mogliano e Marcon e le sezioni dell’Anpi delle tre città. Per l’Amministrazione di Venezia è intervenuto l’assessore alla Mobilità Renato Boraso.
Presenti inoltre Giorgio Capparoni, vicesindaco di Mogliano Veneto, Luigi Bona, vicesindaco di Marcon, una rappresentanza dei ragazzi dell’istituto “Giuseppe Berto” di Mogliano e i parenti di Ferretto. “Ringrazio i colleghi di Marcon e Mogliano, gli esponenti delle sezioni dell’Anpi, i ragazzi e i parenti di Ferretto intervenuti in questa ricorrenza”, ha detto Boraso portando i saluti dell’Amministrazione comunale. “E un grazie sentito va al signor Severino Carraro, presente qui anche lui, che è un testimone oculare dell’uccisione di Erminio Ferretto. Ha vissuto quei momenti e aveva solo 11 anni quando ha assistito ad una vicenda che lo ha segnato per tutta la vita”.
“Attraverso queste testimonianze siamo chiamati a ricostruire il percorso della memoria – ha proseguito Boraso – e a tal proposito pochi giorni fa, in via del Rigo 2, a Mestre, abbiamo vissuto la posa della prima pietra di inciampo sulla terraferma nel Comune di Venezia. Proprio nel luogo in cui Vittorio Bassi il 18 dicembre 1943 è stato preso per essere deportato ad Auschwitz, dove è stato assassinato. Occorre ricordare gli esempi di queste persone, di Erminio Ferretto e dei tanti Erminio che con il loro sacrificio, in nome delle libertà, ci permettono di vivere oggi in pace e democrazia”.
A deporre la corona sul cippo dedicato a Ferretto sono stati proprio due alunni dell’istituto “Berto”. “Mi auguro che con l’uscita graduale da questa pandemia – ha ripreso Boraso – si possano allargare a tante scuole delle nostre città dei momenti di condivisione essenziali per non dimenticare. È importante oggi avere qui i ragazzi del liceo ‘Berto’ che stanno facendo un importante lavoro su queste tematiche. Anche sulle gambe dei giovani deve proseguire il cammino della memoria”.
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