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Morte Giovanna Pedretti, caso chiuso: non ci fu istigazione al suicidio

Pubblicato il 4 Maggio 2024

Lo scorso gennaio fu celebrato il funerale della ristoratrice Giovanna Pedretti, che non ha retto il peso dell’odio social rivolto verso di lei dopo una presunta recensione false relativa al suo ristorante, e oggi si chiude idealmente il cerchio di questa tragica vicenda con la richiesta da parte della Procura dell’archiviazione del fascicolo relativo alla sua morte.

Nessuna istigazione al suicidio

La Procura di Lodi, al termine dell’indagine aperta a carico di ignoti per istigazione o aiuto al suicidio, non ha rilevato fatti penalmente rilevanti. In sostanza nessuno avrebbe spinto la ristoratrice 59enne al suicidio, che avrebbe deciso di compiere l’insano gesto di sua spontanea volontà. A questo punto la palla passa al gip del Tribunale di Lodi, che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura.

“La recensione è falsa”

Il tutto è partito dopo la recensione di un cliente che si lamentava del fatto di aver mangiato vicino a gay e disabili, al quale aveva poi risposto per le rime la stessa Pedretti. Dopo i primi commenti positivi, sono arrivate però delle critiche sempre più pesanti poiché si è diffuso il sospetto che quella recensione fosse falsa e che fosse stata pubblicata dalla stessa Pedretti per farsi pubblicità.

Ebbene la Procura è giunta alla conclusione che quella recensione pubblicata su Facebook “non è genuina”, tuttavia le persone coinvolte nella vicenda non hanno compiuto episodi penalmente rilevanti. Potrebbe quindi chiudersi così la vicenda che ha visto soffrire molto la figlia della Pedretti e del marito Nello D’Avino, che ha riaperto il locale lo scorso aprile ma con un nome nuovo e tante novità per lasciarsi definitivamente alle spalle questa bruttissima storia.