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Movida violenta, Giovanni Grasso: “Subiamo la Prefettura”. I residenti: “I vigili si voltano”

Pubblicato il 14 Ottobre, 2021

Sempre più spinoso il caso “movida violenta” a Catania.

Oggi pomeriggio i rappresentanti dei residenti del Centro Storico e delle vie mortificate dall’assoluta mancanza del rispetto delle regole commessa da alcuni esercenti e dai frequentatori hanno animato l’incontro organizzato nella sala consiliare del Comune di Catania da Manfredi Zammataro, presidente della decima Commissione Permanente Urbanistica e Gestione del Territorio, al quale hanno partecipato anche i consiglieri Giuseppe Gelsomino e Giovanni Grasso, sul tema “Movida violenta e fuochi d’artificio. Piano di Rilancio del Centro Storico”.

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Un confronto senza sconti.

I residenti, costretti a riunirsi in associazioni e comitati per fare sentire la loro voce (hanno partecipato Salvatore Cannata, del Comitato Cittadino Bellini, Piero Castronuovo, dell’Associazione Centro Storico, Irene Raineri, del Comitato Gemmellaro/Sciuti e Raffaele Zappalà, del Comitato dell’Indirizzo, insieme con altri che hanno voluto essere presenti per offrire le loro testimonianze) hanno per l’ennesima volta elencato tutte le problematiche che li affliggono.

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Un confronto schietto, che ha fatto emergere anche l’umore di chi è stato chiamato a rappresentare i cittadini all’interno dell’amministrazione comunale.

Giovanni Grasso ha manifestato la sua stizza per quel che i consiglieri comunali cercano di fare e non viene divulgato “dai giornali. I giornali ne hanno parlato…?”. Ma è nei confronti del Prefetto Maria Carmela Librizzi che il suo attacco/giustificazione si rivolge con durezza: “Per quanto riguarda i problemi legati alla sicurezza, gli unici responsabili sono la Prefetta e il Ministero dell’Interno e non il sindaco Salvo Pogliese. Il sindaco e noi consiglieri subiamo quel che decide la prefettura. Abbiamo chiesto una cabina di regia e vorremmo che ne faceste parte anche voi residenti”.

“Dovremmo avere 300 vigili urbani e ne abbiamo in servizio solo 80, con l’età media di 58 anni, ma i conferimenti dal Nord non arrivano”, accusa alzando il tono.

“Esattamente sono 600 i vigili urbani su cui Catania dovrebbe contare – lo corregge Gelsomino – Non lo specifico per trovare giustificazioni, ma per aiutarci a capire la situazione”.

No, non si può capire e giustificare, replica con pacatezza un residente e gestore di un albergo “per amore della città dove ho deciso di vivere e investire”. “E’ vero che i vigili urbani sono pochi – denuncia – Il problema non è la mancanza di regole, che ci sono eccome, ma il non farle rispettare. Gran parte dei vigili si girano dall’altra parte”.

E un altro residente rivela: “Ormai siamo alle aggressioni a chi abita nelle zone della movida. Ci sono denunce in corso per percosse e minacce. E per un’ambulanza o un mezzo di soccorso è diventato impossibile attraversare alcune vie”.

“Ma i giornali lo hanno scritto? – è la fissa di Grasso, che assicura – Il nostro obiettivo è la pedonalizzazione di vaste aree, così come abbiamo già sperimentato con successo nella zona del Castello Ursino”.

Non finisce qui. I consiglieri hanno promesso che fra dieci giorni sarà organizzato un altro incontro, questa volta con la presenza del comandante dei vigili urbani.

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