Pubblicato il 4 Maggio 2025
Grave incidente domestico: salvato in extremis un bambino di due anni
Un bambino di appena due anni è stato operato d’urgenza all’ospedale Santobono di Napoli dopo aver ingerito una pila a bottone, di quelle comunemente presenti in giocattoli o piccoli dispositivi elettronici. L’intervento è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, 3 maggio ed è stato condotto da un’équipe multidisciplinare guidata dal dottor Giovanni Gaglione, responsabile della gastroenterologia pediatrica.
Attualmente, il piccolo paziente si trova ricoverato in terapia intensiva, in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita.
Una corsa contro il tempo per salvargli la vita
È stata la sorellina ad accorgersi che il bambino aveva ingerito qualcosa e a dare l’allarme. Dopo i primi sintomi, tra cui abbondante salivazione e difficoltà a deglutire, i genitori lo hanno portato subito all’ospedale di Aversa. I medici, dopo i primi accertamenti, hanno disposto il trasferimento al Santobono di Napoli.
Un’indagine radiografica ha confermato la presenza della pila incastrata nell’esofago, con segni evidenti di necrosi dei tessuti. I tentativi di rimozione endoscopica non hanno avuto successo, rendendo necessario un intervento chirurgico più invasivo attraverso il collo per accedere all’esofago cervicale.
I rischi delle pile a bottone nei bambini
Secondo il dottor Gaglione, l’ingestione accidentale di pile a bottone è un fenomeno in preoccupante aumento. “Oltre al rischio di ostruzione delle vie respiratorie”, ha spiegato al quotidiano Il Mattino, “queste batterie al litio possono causare gravi ustioni interne, perforazioni esofagee, emorragie e danni permanenti“. Il problema nasce dalla corrente elettrica che si sviluppa tra la pila e i fluidi dei tessuti.
“In poche ore possono verificarsi lesioni gravissime”, ha aggiunto il medico, sottolineando l’importanza della sorveglianza costante nei confronti dei più piccoli e l’uso esclusivo di giocattoli sicuri, a norma di legge.
Intervento complesso
L’operazione è stata portata a termine grazie al lavoro sinergico di chirurghi, anestesisti e gastroenterologi: tra loro Alessandra Alifuoco, Giovanna Mastrominico, Maria Chiara Cianci, Francesca Lalla, Cristina Bucci e lo stesso Gaglione.
La pila era ormai saldamente incastrata e minacciava di perforare la trachea e danneggiare l’aorta. Il team è riuscito a rimuoverla senza provocare ulteriori danni vitali.
Appello alla prevenzione: 25 casi ogni anno
“Ogni anno trattiamo circa 25 casi di ingestione di pile a bottone, spesso con interventi endoscopici, ma a volte anche chirurgici”, ha dichiarato Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Aorn Santobono Pausilipon.
“Serve maggiore consapevolezza sui rischi nascosti negli oggetti di uso quotidiano“, ha concluso, ribadendo l’importanza di una campagna di sensibilizzazione per prevenire incidenti potenzialmente letali come questo. Immagine di repertorio