Pubblicato il 2 Luglio, 2022
Sembra una di quelle storie per le quali si è più volte riso o sorriso amaramente. Storie di eterni studenti, eterni corsisti, di quelli che vedono gli amici laurearsi, mettere su famiglia, realizzarsi professionalmente, e loro ancora lì, indefessi e indifferenti. Tanto c’è tempo. Tanto ci pensa papà. Già, ma alcuni papà poi dicono basta. Anzi, fanno di più: si rivolgono al giudice…
Insomma, succede che la figlia protagonista della vicenda è iscritta all’università di Medicina da 18 anni.
Avete letto bene: 18 anni, con tanto di tasse puntualmente pagate.
Così il padre ha chiesto al giudice di poter sospendere l’assegno di mantenimento della figlia. E il magistrato non se l’è fatto dire due volte: il papà deluso ha ragione, eccome.
Siamo a Napoli e la studentessa è una 36enne che, evidentemente, non ha fretta di indossare il camice.
Il padre, che di pazienza ne ha avuta in abbondanza, ha avuto data ragione dal giudice sulla base del principio di “auto responsabilità”.
L’uomo, un pensionato, doveva 300 euro al mese alla figlia a seguito degli accordi di mantenimento stabiliti in occasione del divorzio dalla ex moglie.
Ora lui ha chiesto di rivedere gli accordi.
I legali hanno sottolineato che, oltre al mantenimento, il padre ha donato anni fa alla figlia un appartamento dal valore di circa 300mila euro.
Gli avvocati hanno sostenuto che, di contro, la studentessa non si è mai impegnata a cercare un lavoro e ha più volte detto di essere vicina alla laurea, senza però raggiungere mai il traguardo.