Pubblicato il 7 Aprile 2025
Si è spento all’età di 91 anni Roberto De Simone, figura emblematica della cultura napoletana e italiana. La morte è avvenuta nella serata di domenica 6 aprile, intorno alle 21, nella sua abitazione in via Foria, presso il Palazzo De Gregorio di Sant’Elia. Al suo fianco, fino all’ultimo istante, c’erano la sorella Giovanna e il nipote Alessandro.
I funerali sono attualmente in fase di organizzazione, e si ipotizza possano tenersi mercoledì 9 aprile. Non si esclude che il Comune di Napoli possa proclamare il lutto cittadino, per rendere omaggio a uno dei suoi più illustri rappresentanti.
De Simone era stato ricoverato a gennaio per problemi respiratori. Ma la sua salute, già fragile, si è aggravata nelle ultime settimane.
Un gigante della cultura popolare
Scrittore, compositore, regista teatrale, musicologo ed etnomusicologo di fama mondiale, Roberto De Simone ha saputo fondere ricerca, arte e tradizione in un corpus artistico unico. Negli anni ’60 ha dato nuovo vigore al patrimonio popolare campano, sia orale che scritto, contribuendo alla sua riscoperta e valorizzazione.
È stato direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli (1981-1987) e nel 1995 è stato nominato Direttore del Conservatorio San Pietro a Majella, incarico lasciato nel 2000. Dal 1999 era anche membro dell’Accademia di Santa Cecilia.
La sua fama è legata anche all’esperienza con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, un collettivo artistico con cui contribuì in modo decisivo alla rinascita del folk partenopeo.
Un’eredità musicale straordinaria
Tra le sue composizioni più note si ricordano:
- “Io Narciso Io” (1985)
- “Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini”
- “Lauda Intorno allo Stabat” (1985)
- “Carmina Vivianea” (1987)
- “Il Re Bello” (2004)
- “Eleonora” (1999), opera dedicata alla rivoluzione napoletana del 1799
Collaborò anche con Edoardo Bennato all’album “Non farti cadere le braccia”, e firmò regie per i maggiori teatri lirici, portando in scena opere di Mozart, Verdi, Rossini e Pergolesi.
Nel 2022, su proposta del ministro della Cultura Dario Franceschini, fu avviato per lui il riconoscimento del vitalizio della Legge Bacchelli, riservato a grandi artisti in difficoltà economica.
Un ricordo carico di gratitudine
Sandro Ruotolo, responsabile cultura del Partito Democratico, lo ha definito:
«Una figura centrale della cultura italiana, capace di raccontare come pochi l’anima profonda del Sud. Il suo lascito è immenso, la sua perdita incolmabile. Sarà nostra responsabilità custodire e trasmettere i valori che hanno ispirato la sua straordinaria opera.»