Pubblicato il 12 Luglio 2024
Pur appartenendo a famiglie benestanti, tre giovani con un’età compresa tra i 22 e i 25 della Torino bene avevano messo su un ricco mercato della droga, che però è stato smantellato dalle forze dell’ordine. La droga, ordinata via Telegram, veniva poi stoccata e custodita in un loft alla periferia di Torino che i tre giovani avevano affittato.
La droga venduta su Telegram
Come ha scritto la gip Giorgia De Palma nell’ordinanza di custodia cautelare i tre giovani, tra i quali un ricco ereditiere che viveva di rendita e il figlio di un imprenditore, come riportato da La Stampa, avevano grandi possibilità economiche, ma non avevano alcun legame con la criminalità organizzata.
Due dei tre ragazzi vivono con i genitori e hanno deciso di affittare un loft su Booking dove poter gestire interamente lo spaccio di droga. I giovani pusher avrebbero spiegato che non fanno parte di nessuna associazione a delinquere e avrebbero acquistato la droga con i soldi di famiglia.
La droga veniva prima ordinata su Telegram, secondo quanto riportato da La Stampa, dove si poteva accedere mostrando la carta d’identità. A quel punto veniva inviato un menu su Instagram dove c’erano tutte le sostanze acquistabili. Una volta effettuato l’ordine, la droga veniva consegna ogni volta in posti diversi, per strada, in un supermercato o in un parcheggio, proprio come se fosse un ecommerce.
Il blitz
Proprio durante la consegna della droga gli agenti della Squadra Mobile hanno sorpreso due dei tre giovani, attenzionati da tempo, ad acquistare sostanze stupefacenti, pedinandoli e seguendoli fino all’appartamento dove era nascosta la droga. Qui hanno trovato un vero mercatino delle sostanze stupefacenti: 60 chili di droga tra hashish, marijuana, cocaina e sigarette elettroniche caricabili con liquido a base di THC.
Colti in flagranza di reato, i tre giovani avrebbero fatto delle parziali ammissioni spiegando che hanno iniziato con poco: 10 chili la prima volta e 48 chili la seconda volta. Avrebbero detto che negli ultimi giorni vivevano con ansia, perché si sentivano pedinati. Una percezione più che giusta, ma che non ha evitato loro l’arresto.