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Nichelino, insulti e film horror a scuola: denunciata maestra

Pubblicato il 12 Novembre, 2021

Ancora indagini per maltrattamenti in una scuola del Torinese. Questa volta, a finire sotto la lente degli investigatori è stata la Papa Giovanni XXIII di Nichelino. Si parla di maltrattamenti verbali e fisici, ma anche di visione di film vietati ai minori.

La denuncia, presentata dalla madre di uno degli alunni, vede al centro una delle maestre.

I fatti contestati alla maestra della Giovanni XXIII di Nichelino

La madre ha spedito una dettagliata lettera di denuncia dei fatti non solo ai carabinieri, ma anche al sindaco di Nichelino, Giampietro Tolardo.

Tra le righe della missiva si legge di come, secondo la scrivente, si sarebbero verificati ripetuti casi di maltrattamenti verbali e fisici. Fatti che sarebbero già stati oggetto di “segnalazioni presentate dalla rappresentante dei genitori alla scuola. Elencando, prima a voce e poi a mezzo raccomandata, i fatti e i disturbi che sempre più frequentemente si manifestano nei bambini”.

Ma c’è di più, molto di più. Nella lettera vengono raccontanti anche alcuni episodi emblematici. Uno su tutti: “Per punizione, la maestra ha fatto visionare alla classe un film horror vietato ai minori. Alcuni bambini si sono fatti la pipì addosso, piangevano, altri cercavano di non guardare. Mio figlio, come molti, la notte non ha dormito e mi ha chiesto di aiutarlo a superare le sue paure”.

Da parte della scuola, la dirigente, Maria Antonietta Neri, ha già comunicato che si stanno approfondendo le varie segnalazioni e si sta verificando se quanto denunciato corrisponde a verità.

Le prime conseguenze

Sia la responsabile della scuola che la madre che ha sporto denuncia sono già state sentite dai carabinieri. La questione, che non coinvolge nessun altro membro del corpo docente della Papa Giovanni XXIII, finirà sul tavolo della Procura.

Data però la gravità delle accuse, i genitori hanno deciso di ricorrere alle misure drastiche. Così, mercoledì 10 novembre, hanno scelto di tenere i propri figli a casa.

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