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Puzzer

No Green pass, licenziato Puzzer: “Sono orgoglioso” (VIDEO)

Pubblicato il 16 Aprile, 2022

“Non sono un martire, sono orgoglioso. Anche se il mio primo pensiero è stato per la mia famiglia, su come dirglielo”, così Stefano Puzzer.

Il leader delle proteste al Porto di Trieste e successivamente in generale della contestazione al Green pass, è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale, per “giusta causa”. Lo ha reso noto lo stesso Puzzer in un video postato in Facebook annunciando che si “batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda”, la Agenzia dei lavoratori portuali di Trieste.

Numerose le manifestazioni di solidarietà sui social, dove è stato creato l’hashtag #lagentecomenoinonmollamai.

“Alla fine Puzzer ha pagato la sua coerenza in prima persona. È stato licenziato. Un abbraccio grande Stefano”, ha commentato Mario Giordano, il giornalista Mediaset che conduce su Rete 4 “Fuori dal coro”.

PRO

“Maledetti una vergogna. Una nazione finita. Stefano ovviamente non mollerà”, “Per Stefano Puzzer: prima gli idranti, poi il Daspo e oggi il licenziamento. Chi tocca i fili muore! Stanno avvertendo tutti: chi si mette contro il Governo la paga duramente. Perché Putin è un tiranno, noi siamo una democrazia matura. Oggi come ieri sto con Puzzer!”, “Alla vergogna si è aggiunta un’altra vergogna. Purtroppo #Puzzer nel bisogno è stato lasciato solo a combattere, questo mi ha fatto molto male”, “A ottobre 2021, un simpaticone qua su twitter, gourmet a tempo perso, si era permesso di dubitare della buona fede (“è un GATEKEEPER?”) di uno che si era preso in faccia gli idranti della polizia. Ora ha perso il lavoro. Ma MAI la dignità, a differenza di certi soggetti”, “Luridi schifosi!!! Un abbraccio immenso a Puzzer”, sono alcuni dei commenti di chi si indigna per il provvedimento nei confronti del portuale.

CONTRO

Ma non mancano pure quelli di chi condivide la decisione dell’Agenzia: “Adesso uno non può nemmeno assentarsi da lavoro per qualche mese che subito ti licenziano”, Offrire un posto di lavoro a Puzzer? Quello non è buono nemmeno a spalare la merda, cazzo…”, “Puzzer non si presenta a lavoro da 4 mesi per le sue buffonate novax e qualcuno oggi si scandalizza perché viene licenziato. Dovrebbero scandalizzarsi perché è stato licenziato TROPPO TARDI!”, “Dopo mesi di assenza Puzzer è stato licenziato. Adesso potrà dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale”, “Vedo un bel po’ di vesti stacciate per il licenziamento di Puzzer. Provate nelle vostre aziende a mancare per 4 mesi senza una giusta motivazione vediamo cosa succede. Il licenziamento per assenza ingiustificata si applica dai 4 a 20 giorni di assenza. E’ stato pure paraculato”…

A INIZIO MESE AVEVA ESULTATO

 “Ci hanno tolto il Daspo o meglio ci hanno ridato un minimo del diritto che ci spetta. Questa è una piccola vittoria di tutti” aveva dichiarato soddisfatto a inizio mese, annunciando che il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso contro il foglio di via da Roma.
   

“Questo è un primo passo – aveva detto sempre durante una diretta Facebook – perché questa non era la mia Daspo ma la Daspo di tutti gli italiani a cui sono stati tolti i diritti. Abbiamo appena recuperato un sassolino dei nostri diritti e adesso andremo a battere cassa per recuperare tutti gli altri”.

La notizia, l’aveva ricevuta dal suo avvocato mentre “ero in macchina. Mi ha detto: guarda che ti hanno tolto la Daspo e qualcuno dovrà pagare le spese legali. Io non commesso nessun tipo di mossa illegale: è stato riconosciuto che sono andato lì a pretendere risposte da parte del Governo”.
   

Lo scorso novembre Puzzer era stato destinatario di un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno a Roma dopo che aveva posizionato un banchetto in piazza del Popolo e protestato contro il certificato verde. Il gesto aveva attirato alcune centinaia di persone. La manifestazione non era stata preavvisata.

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