“ Non si fanno bonifiche, ma si smantella solo il rottame che si vende e porta lucro immediato”

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Non si fanno bonifiche, ma si smantella solo il rottame che si vende e porta lucro immediato. Invece, si dovrebbe partire dalla cokeria che continua a inquinare la città, mentre il Sindaco non emana l’urgentissima ordinanza di demolizione a carico di Jsw.

Si commissiona il lavoro a ditta esterna, senza utilizzare lavoratori locali come previsto nell’accordo di programma. Con l’abbattimento dell’Afo si cancella qualsiasi moderno progetto di archeologia industriale, insieme alla memoria storica secolare di intere generazioni operaie.

Contemporaneamente, il Camping CIG saluta la buona partecipazione di lavoratori e cittadini alla manifestazione del 4. Forse ciò è dovuto anche al fatto che l’iniziativa metteva insieme, per la prima volta, tutte le sigle sindacali, alla presenza dei dirigenti nazionali. Positivo pure l’annuncio dei sindacati di un documento comune per lo sviluppo del territorio: fabbrica e città insieme, è la direzione giusta.

Sui contenuti emersi il 4, invece, il giudizio è diverso. Innanzi tutto, appare sbagliatissimo che non si pretenda l’ingresso dello Stato nella proprietà delle acciaierie, come a Taranto. Così l’unico interlocutore torna ad essere Jsw, a cui si chiede per l’ennesima volta il piano industriale, fingendo di credere che faccia gli investimenti e persino il forno elettrico. Intanto, emerge sempre più il problema degli esuberi di cui nessuno, o quasi, ha il coraggio di parlare; serviranno invece pure uscite volontarie incentivate, prepensionamenti, ecc.

Stando così le cose, lo stabilimento è finito. Né basterà certo a salvarlo l’eventuale assegnazione della commessa rotaie Rfi, per la quale, inoltre, solo 24 ore prima della presunta assegnazione si chiede di porre delle condizioni a Jsw; comunque, essa significherebbe lavoro solo per alcuni mesi all’anno, solo per il Tpp. Poi, si scopre addirittura che tutto è rinviato a data da destinarsi: un balletto offensivo per i lavoratori, i sindacati e il territorio.

Solo l’intervento dello Stato per riprendersi le acciaierie, finanziare e guidare un piano di rinascita per Piombino, centrato su acciaio pulito di qualità, bonifiche, infrastrutture, diversificazione, può rappresentare l’unica speranza di questo territorio. E’ un gravissimo errore da parte di sindacati e istituzioni non porre il ruolo decisivo dello Stato come obiettivo prioritario su cui imbastire lotte e iniziative. Non dobbiamo accettare che Piombino per lo Stato serva solo ad accogliere rifiuti e magari anche un bel rigassificatore, il quale metterebbe la parola fine anche alla tanto auspicata diversificazione economica e occupazionale, quella sì indispensabile. Intanto, dilaga il supersfruttamento e il Camping CIG esprime la propria solidarietà ai braccianti italiani e stranieri della Val di Cornia: se toccano uno, toccano tutti; senza diritti, solo agricoltura di bassa qualità.

Coordinamento Art.1-Camping CIG Piombino

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Barbara Noferi

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