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“Not my talent”: su internet il teaser del nuovo documentario della cooperativa Proxima Ragusa sul fenomeno della tratta

Pubblicato il 3 Febbraio, 2022

E’ stato rilasciato il teaser di “Not my talent” (visibile a questo link https://www.youtube.com/watch?v=xTFk_fgqXf8), il nuovo documentario della cooperativa Proxima Ragusa realizzato da Fink production di Francesca Commissari e Francesco Frasca. Attuato nell’ambito del progetto Fari 3, finanziato dal dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, con il supporto dei Comuni di Ragusa e di Comiso, il documentario, che uscirà prima dell’estate, racconta, utilizzandolo come filo conduttore, le storie di tre donne nigeriane per fare emergere la condizione di diseguaglianza di genere vissuta nel loro territorio.

Si scava, insomma, per scoprire le motivazioni e il contesto che rendono le donne nigeriane vulnerabili alla tratta, le ragioni che costringono le stesse a questo tipo di vita per cercare di portare qualche soldo alle famiglie. Il documentario è il risultato dell’azione di sistema rivolta alla promozione dell’educativa territoriale al fine di incrementare la consapevolezza dei rischi connessi al fenomeno della tratta in Nigeria. “E’ il frutto – racconta la regista e fotografa Commissari – dell’elaborazione del materiale raccolto due anni fa insieme con la mediatrice culturale della cooperativa, Caterina Poidomani, quando, trovandoci in Nigeria, ci è venuto in mente di raccontare questo fenomeno con testimonianze dirette. Tre le storie principali che raccontiamo con tre realtà sociali molto differenti. La prima di una donna dall’estrazione sociale molto bassa, rimasta orfana a 8 anni e che già a dieci si prostituiva. La prostituzione, in questo caso, è raccontata come qualcosa di endemico legato alla povertà, al fatto che le donne in Nigeria non hanno modo di potersi sostenere se non offrendo agli altri il proprio corpo. Poi, la seconda è la storia di una donna con un livello economico leggermente più elevato che, però, fu data dalla propria madre in affido a una famiglia benestante, pratica molto diffusa in Nigeria.  Lo scopo era che fosse mandata a scuola dalla famiglia che la accoglieva in cambio di piccoli lavori domestici ma, come spesso accade in queste situazioni, ciò non è successo e i piccoli lavori sono diventati veri e propri lavori forzati. La donna, inoltre, divenuta adolescente, è tornata nel proprio villaggio e con l’inganno finisce in Russia a prostituirsi. Infine, la terza storia è di una ragazza della periferia di Benin City. Laureatasi, decide di non partire perché la madre la ha spiegato bene quali sono i pericoli a cui andrebbe incontro in Europa. E, quindi, piuttosto che andare fuori comunque a prostituirsi per mandare soldi alla famiglia, preferisce restare nella propria terra. Più in generale, poi, raccontiamo come sta cambiando la tratta di essere umani, trattandosi di un fenomeno dolorosamente vivo e che, dunque, ha bisogno di essere monitorato il più possibile per essere contrastato”.

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