Pubblicato il 19 Novembre, 2021
La svolta sull’omicidio di Copertino c’era stata lo scorso 29 ottobre, quando fu arrestato Michele Aportone, 70enne di San Donaci e padre della compagna dell’ex maresciallo dei Carabinieri assassinato lo scorso 3 maggio con alcuni colpi di fucile. Tutti gli indizi portavano al 70enne che è stato accusato dell’omicidio di Silvano Nestola, il maresciallo in pensione assassinato quella sera di inizio maggio. Aportone, poi, fece scena muta davanti al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svolto da remoto qualche giorno dopo il suo arresto. Ora, arriva un’altra svolta sull’omicidio di Copertino. Il 70enne viene scarcerato e torna in libertà. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Sergio Tosi è stata annullata dai giudici del Tribunale del Riesame. Aportone resta comunque accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da futili motivi, così come resta indagata a piede libero la moglie, nonché mamma della compagna della vittima.
Omicidio di Copertino, la soddisfazione della difesa

Nel corso dell’udienza di questa mattina, l’avvocato difensore di Aportone, Francesca Conte, aveva chiesto l’annullamento del provvedimento, sia per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza che per la mancanza dell’autonoma valutazione del gip. In particolare, non ci sarebbe la prova della sua partecipazione al delitto, anche perché non è ancora chiaro se a sparare sia stato un uomo o una donna. Sostiene poi l’avvocato Conte che non ci sarebbe la prova del movente, considerando anche il fatto che Michele Aportone non conosceva personalmente la vittima. Il difensore ha, infine, rimarcato il fatto che non è mai stata ritrovata l’arma del delitto e si è ritenuta estremamente soddisfatta perché, quanto successo stamattina con la decisione del Riesame, sarebbe il risultato di un duro lavoro fatto in questi mesi che è stato premiato. La Procura, intanto, potrà richiedere una nuova applicazione della misura cautelare in carcere, per il presunto colpevole dell’omicidio di Copertino, che dovrà essere motivata da esigenze di eccezionale rilevanza, considerando anche il fatto che l’arrestato ha già compiuto 70 anni.
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