Pubblicato il 25 Novembre 2024
Ergastolo e tre mesi di isolamento diurno. E’ la sentenza per Alessandro Impagnatiello, l’assassino di Giulia Tramontano, la fidanzata incinta di sette mesi.
L’ha uccisa con numerose coltellate il 27 maggio 2023 nella loro casa di Senago, in provincia di Milano.
Impagnatiello è detenuto nel carcere di San Vittore dal giugno del 2023.
Non riconosciuta alcuna attenuante ed esclusa solo l’aggravante dei futili motivi, mantenendo quelle della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza.
La Corte ha anche riconosciuto il concorso formale tra l’omicidio e le altre due imputazioni di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale, applicando oltre all’ergastolo anche 7 anni di reclusione per questi ultimi due reati.
La Corte, inoltre, ha condannato Impagnatiello, impassibile durante la lettura del verdetto a fianco delle sue legali, con taglio di capelli, barba e sopracciglia perfettamente curati, a risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima.
Tutti i familiari di Giulia si sono abbracciati e hanno pianto dopo la sentenza. In particolare la madre della 29enne, Loredana Femiano, subito dopo il verdetto è scoppiata in lacrime ed è stata abbracciata dal marito Franco, dalla sorella di Giulia, Chiara, e dal fratello Mario.
“Non abbiamo mai parlato di vendetta – ha detto la mamma di Giulia – non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore”.
“Quello che abbiamo perso – ha aggiunto il padre Franco – non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto”.