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Costretti a pagarsi i tamponi: l’incredibile storia degli operatori delle ambulanze del Lazio

Pubblicato il 17 Gennaio, 2022

Un deriva del sistema inaccettabile ed alla quale si deve presto porre rimedio. Parliamo della situazione paradossale nella quale si trovano gli operatori dell’azienda che affianca l’Ares 118 nella gestione del servizio di primo soccorso nella regione Lazio; le ambulanze per intenderci.

Ebbene l’azienda che ha sede a Roma, mette a disposizione dei dipendenti i tamponi gratuiti, solo che li effettua in sede… Tanto per capirci, se un operatore che lavora a Scauri, o a Terracina piuttosto che a Gaeta, ma anche a Latina, ha necessità di sottoporsi all’esame perché magari un collega è risultato positivo al covid 19, deve andare a Roma a farsi il tampone. In una situazione del genere, gli operatori, piuttosto che perdere la giornata di lavoro e rimetterci, di trasporti per il viaggio, vanno in farmacia e si sottopongono al tampone a loro spese (come è noto, in farmacia il tampone costa 15 euro…).

Una situazione che è stata più volte sottoposta ai vertici aziendali e regionali, anche dalle organizzazioni sindacali. Staremo a vedere.

Per altro, nel momento in cui si scopre di essere stati a contatto con un positivo, gli operatori non vengono mesi in isolamento. No. Devono farsi il tampone e, se negativo, tornano in servizio.

Insomma, loro pensano, dall’inizio dell’emergenza, alla nostra incolumità, ma chi pensa alla loro? 

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