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orsa Amarena

Il caso Amarena, chiesto rinvio a giudizio: “Uccise con crudeltà un’orsa innocua con accanto i cuccioli”

Pubblicato il 2 Ottobre 2024

“Ha agito con crudeltà correlata all’assenza di valida giustificazione nelle modalità, alla presenza con l’animale di due cuccioli di orso non ancora autosufficienti”. E’ il passaggio che spiega perché è stato chiesto il rinvio a giudizio dell’allevatore di San Benedetto dei Marsi che il 31 agosto dello scorso anno ha ucciso l’orsa Amarena con la carabina.

Andrea Leombruni, 58 anni, è accusato di due reati dal pm Maurizio Maria Cerrato, che si è occupato delle indagini.

Intanto, “Perché esplodendo un colpo di fucile caricato con munizionamento artigianale atto ad arrecare il maggior danno possibile e a tal fine confezionato, volontariamente cagionava la morte dell’orsa denominata e conosciuta come Amarena”, con l’aggravante “dell’aver agito con crudeltà correlata all’assenza di valida giustificazione nelle modalità, stante la volontà di uccidere l’animale, e di proporzione rispetto al bene patrimoniale protetto (alcuni volatili presenti nel pollaio posto a pertinenza dell’abitazione), nonché alla presenza con l’animale di due cuccioli di orso non ancora autosufficienti, e volta dunque all’eliminazione degli stessi in ragione delle loro condizioni di debolezza”.

Per il pm l’altro reato, “Perché con le sue condotte e in particolare esplodendo un colpo di fucile all’interno delle pertinenze della propria abitazione, ma comunque all’aperto e in luogo accessibile a terzi e in direzione di luoghi pubblici e abitati, con la traiettoria ad altezza d’uomo, con proiettile ad alta offensività, creava pericolo per la pubblica incolumità”.

Così come confermato dalle perizie, Amarena, madre di due cuccioli che fortunatamente le sono sopravvissuti, è collassata dopo essere stata colpita, rimanendo a terra priva di vita.

Le indagini della Procura hanno confermato che “l’orsa al momento dello sparo era innocua”.

Molte le associazioni che si sono costituite parte civile e fra queste: il Parco Nazionale d’Abruzzo, il comune di San Benedetto dei Marsi, Michela Vittoria Brambilla per la Lega Italiana per la difesa degli animali, il WWF, l”Associazione Salviamo l’Orso Marsicano, la Lav, Lipu, l’associazione Zampe.