Montemiletto, è ora di ripensare i luoghi di cura: l’ospedale di comunità

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L’ospedale di Comunità

Ancora nel vivo della pandemia, si torna a parlare, anche a Montemiletto di riorganizzazioni sanitarie e soprattutto di ospedale di comunità. “Come amministratori comunali – fanno sapere dal Comune di Montemiletto – riteniamo doveroso adoperarci, con prontezza e lungimiranza, per cogliere tutte le occasioni idonee a migliorare la vita complessiva della comunità che ci ha dato l’onore di amministrarla”.

Nuovi modelli territoriali

L’emergenza Covid-19 , che purtroppo ancora non è finita, ha evidenziato che bisogna ripensare in modo profondo ai luoghi di cura e riprogettare modelli organizzativi ed assistenziali di integrazione ospedale-territorio, a nuovi modelli di assistenza territoriale come l’Ospedale di Comunità.

Piano Nazionale di resilienza

Sia il Piano nazionale di resilienza e ripartenza che il SSN mirano al potenziamento dell’offerta dell’assistenza a livello territoriale, attraverso la creazione di nuove strutture e presidi , come l’Ospedale di comunità, dei quali si prevede un incremento di circa 400 unità sul territorio nazionale.

Interventi sanitari a bassa intensità

Strutture sanitarie a tutti gli effetti, destinate a pazienti che necessitano di interventi sanitari e clinici «a bassa intensità» che, per motivi diversi, non possono essere erogati a domicilio.

La soluzione a Montemiletto

L’immobile comunale adiacente al Convento di San Francesco a Folloni, di recente ristrutturato con fondi regionali, che si è dimostrato essere durante la pandemia una risorsa utilissima per il territorio come Covid residence, è da ritenersi, per le caratteristiche architettoniche, strutturali e logistiche, adatto ad essere candidato come Ospedale di Comunità.

La richiesta al SSN

“Respingendo ogni pretestuosa, falsa e strumentale disinformazione, secondo cui il Convento di San Francesco a Folloni e il Museo sarebbero destinati ad ospitare tale struttura sanitaria, l’amministrazione comunale, sicura di interpretare il comune sentire dell’intera comunità, nonché del territorio di riferimento, ritiene sia opportuno, anzi sia suo indifferibile dovere, adoperarsi perché il SSN possa accogliere e far sua tale richiesta”.

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Giovanna Giaquinto

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