« Torna indietro

ostetrica

Ostetrica provoca gravi danni permanenti a un bambino: condannata a pesante risarcimento

Pubblicato il 8 Marzo, 2023

Sbaglia a interpretare il monitoraggio della frequenza cardiaca e provoca a un bambino gravi danni permanenti.

I giudici della sezione giurisdizionale per la Regione Lombardia della Corte dei Conti, con sentenza del 14 febbraio scorso, hanno riconosciuto la responsabilità sanitaria per colpa grave nei confronti di un’ostetrica dell’Asst Franciacorta e l’hanno condannata a risarcire l’azienda sociosanitaria con 500mila euro.

Il caso di malpractice medica è accaduto nel 2015 nel presidio ospedaliero di Chiari. Durante il parto il bambino rimase per lungo tempo senza ossigeno: cosa che gli provocò una paralisi celebrale. 

Tre anni più tardi l’Asst sottoscrisse con i genitori del minore un atto di transazione del sinistro, approvato da Giudice Tutelare, dove si impegnava l’azienda a corrispondere 1 milione e mezzo di euro alla famiglia (che nel frattempo ritirò la querela nei confronti dei due sanitari). 

Dopo la liquidazione del risarcimento partì la segnalazione dell’azienda alla Corte dei Conti.

Quest’ultima citò in giudizio la ginecologa e l’ostetrica di turno.

Dopo svariate perizie, la sentenza: la sezione giurisdizionale ha deciso per l’assoluzione della ginecologa e la condanna dell’ostetrica.

Quel giorno, secondo la ricostruzione dei giudici, a partire dalle 21 il tracciato dell’attività cardiaca fetale rivelava chiaramente una frequenza di categoria II, cioè che può evolvere in una sofferenza del feto.

La ginecologa di guardia decideva così di praticare l’amnioinfusione – la somministrazione di soluzione salina per ridurre le decelerazioni variabili ripetitive – riportando così i parametri alla normalità.

Col ritorno ad una situazione rassicurante non era più necessaria la presenza costante del medico in quanto il monitoraggio del travaglio era un compito dell’ostetrica. 

Tutte le perizie poi concordano sul fatto che a partire dalle 22:23 il tracciato del battito cardiaco presentava di nuovo caratteristiche preoccupanti.

“In base alla normativa era dunque preciso dovere dell’ostetrica – si legge nella sentenza – rilevare la mutata situazione e segnalarla prontamente al medico di guardia. Nulla di ciò metteva invece in pratica l’ostetrica”. Anzi nella cartella clinica annotava – per ben tre volte in un’ora – “cardiotocografia rassicurante”.

“È quindi evidente – continuano i giudici – che l’ostetrica, errando in modo macroscopico nella lettura del tracciato ctg definito chiaro da tutti i consulenti, non si è accorta del peggioramento delle condizioni del feto e ha omesso di avvertire la ginecologa, come previsto dal protocollo e dalle normativa sanitaria”.

Il non essersi accorta, o comunque, l’aver sottovalutato il peggioramento della situazione e di conseguenza la mancata richiesta di intervento della ginecologa “costituiscono indubbiamente omissioni gravemente colpose dalle quali è derivato il danno permanente al nascituro”. 

Il danno si sarebbe potuto evitare se ci fosse stato un parto cesareo entro le 23:45.

Ma solo a quell’ora l’ostetrica ha richiesto l’intervento, senza urgenza, della ginecologa.

About Post Author