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Parigi

Parigi, pensionata scambia un’opera d’arte al museo di Picasso per una giacca e se la porta a casa

Parigi

Pubblicato il 5 Aprile, 2022

Ha visto appesa alla parete una giacca blu con cartoline in una delle tasche e ha pensato di mettersela nella borsa per portarla a casa e, una volta arrivata a casa, ha adattato l’indumento alla sua taglia, accorciandola. Soltanto che la parete non era una parete qualsiasi e la giacca non era una giacca qualsiasi…

Una signora 72enne ha rubato, senza sapere cosa fosse, un’opera d’arte contemporanea dell’artista catalano Oriol Vilanova, dal titolo Old Masters, dal Musée Picasso di Parigi.

Al tocco della signora, l’allarme non è scattato perché i visitatori del museo erano liberi di indossare la giacca, secondo la stessa concezione data all’opera dall’artista. Le telecamere di sorveglianza hanno, però, ripreso tutta la sequenza di che era accaduto.

La donna è stata accusata di furto e dopo quindici giorni è tornata al museo, affermando che non si sarebbe mai permessa di rubare un’opera d’arte. Ha dunque riconsegnato la giacca al museo, anche se perfettamente modificata in base alle sue misure.

Dal 7 marzo, quindi, alla parete della sala dove si era abituati a osservare quell’insolita installazione dell’artista, un architetto e filosofo di 42 anni residente a Bruxelles, che aveva appesa a un gancio la giacca con le tasche piene di cartoline che il pubblico può prendere e osservare, c’è il vuoto.

Una parete bianca con accanto la targhetta con il nome dell’opera, la data e il nome dell’autore. Un artista che ha concepito la sua opera come manipolabile dal pubblico. Anche se l’anziana ha ecceduto nella manipolazione…

“Dopo il furto avevamo messo in atto un sistema di sicurezza particolare”, fa sapere Sabine Longin, la nuova direttrice del Museo Picasso. E aggiunge: “Old Masters ha avuto molto successo anche perché il pubblico è invitato a interagire con l’opera”.

Il Museo Nazionale di Monaco, che aveva già esposto la giacca, si era espresso così sul valore dell’opera: “È il rapporto con il pubblico che la rende in realtà un capolavoro”.

Nessun commento da Vilanova, che sul suo sito si descrive come un autore che “interroga i paradossi inerenti la cultura di massa”.

L’incauta signora non dovrebbe avere problemi con la giustizia. Perché la direttrice, in piena solidarietà con l’inconsapevole trafugatrice, preferisce chiudere la questione. Forse comprendendo che l’arte contemporanea, quando è aperta all’interazione, può creare equivoci in alcuni soggetti che magari non leggono bene le targhette affisse. Del resto la priorità oggi per il Museo è celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di Picasso, nel 2023.

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