PD su gestione del Castello di Piombino

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Gruppi Consiliari Partito Democratico e Anna per Piombino.

PD, sulla gestione del Castello risposta molto vaga e del tutto insoddisfacente da parte di Parodi

Una risposta del tutto insufficiente, anzi una “non risposta”, espressa in maniera burocratica senza fornire alcuna spiegazione. Così il gruppo consiliare del PD in merito alla replica del vicesindaco Parodi all’interpellanza sul futuro del Castello di Piombino, presentata il 22 febbraio scorso insieme al gruppo consiliare “Anna per Piombino”.

Nel documento si chiedeva se era intenzione dell’amministrazione comunale rinnovare l’affidamento in gestione del Castello alla società Parchi Val di Cornia o se, al contrario, si intendeva affidare la gestione di questo importante bene culturale ad altri soggetti, pubblici o privati.

La risposta di Parodi in consiglio comunale ricalca esattamente quanto aveva già espresso nella risposta scritta senza aggiungere niente di nuovo, parla in maniera fumosa di un’idea progettuale allo studio della società Parchi sulla valorizzazione e riqualificazione dell’intera area del Castello, stalle napoleoniche e giardino Pro Patria da presentare a breve, ma non si capisce quando e soprattutto di cosa stia parlando.

Fa poi riferimento a forme di accordo pubblico-privato previste dal Codice dei contratti come forme speciali di partenariato senza scendere nei particolari e soprattutto senza rispondere minimamente alle domande chiare che gli sono state poste. Elenca le norme relative a questa materia ma non dice né chi né cosa e neppure come si intende affrontare la questione, senza contare che siamo già alla fine di aprile e il Castello è chiuso da molto tempo, con un contratto di servizio scaduto nel 2020.

Questo modo di agire, o meglio di non agire, rispecchia chiaramente quanto già denunciato da tempo, e cioè l’assoluta mancanza di visione in merito alla gestione dei beni culturali del territorio, che rappresentano una vera ricchezza e un elemento per rafforzare le identità.

Sulla cultura in generale, come strumento di crescita democratica e civile della comunità, è necessario investire con progetti innovativi che si fondino sulle vocazioni del territorio e che servano a dare un nuovo impulso per il suo rilancio complessivo.”

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Barbara Noferi

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