PD sulla questione energetica e rigassificatore

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Il dramma della guerra ha riacceso in Italia l’attenzione sulla questione energetica che da troppo tempo era rimasta in secondo piano.

Affrontare la problematica della produzione di energia avendo di fronte un orizzonte temporale di lungo termine dovrà condurci senza dubbio alla decarbonizzazione e quindi all’incremento sostanziale dell’utilizzo di fonti rinnovabili (parchi eolici off-shore, centrali solari a concentrazione, idrogeno). Non viene meno, dunque, il nostro impegno alla lotta ai mutamenti climatici, che rimane centrale nella nostra visione e nei nostri programmi.

Purtroppo in questo momento la questione energetica è rapidamente divenuta emergenza e di conseguenza saranno previsti interventi a breve termine per tentare di mitigarne gli effetti disastrosi sulla vita di cittadini e imprese.

Come ci dimostrano queste giornate così dolorose, dalla nostra progressiva autosufficienza energetica non dipende solo la capacità di crescita della nostra società ma anche l’indipendenza etica e morale dai gasdotti di proprietà russa, in mano a un autocrate come Putin.

Ecco quindi emergere, nella strategia nazionale, l’idea di un potenziamento del numero di rigassificatori, così da poter acquistare gas liquido ovunque nel mondo. 

Da quanto abbiamo appreso da Il Tirreno, il governo sta valutando nuovi siti di realizzazione: due sul Mar Tirreno e due sull’Adriatico. Tra questi, Piombino.

Il Partito Democratico ritiene che questa ipotesi debba fare i conti con la realtà che riguarda oggi questo territorio.

Da un lato la salvaguardia dell’ambiente e del turismo che rappresenta una fetta importante della nostra economia, dall’altro la necessità di bonificare uno dei SIN più grandi del Paese e l’urgenza di costruire un percorso solido per la ripresa dell’acciaieria ex Lucchini e più in generale per un nuovo sviluppo del polo siderurgico piombinese.

In questo contesto, lascia perplessi la posizione dell’amministrazione comunale di Piombino che si limita, come al solito, a spostare l’attenzione su altre istituzioni senza una strategia o un’idea da mettere a disposizione.

Bene hanno fatto Regione e Autorità Portuale a chiedere che un impianto di questo tipo sia legato a una nuova visione di Piombino e della Val di Cornia.

Il ministero della transizione ecologica ci informa che questi impianti saranno realizzati in poco tempo, con una legislazione d’emergenza e con procedure speciali. E’ quanto abbiamo sempre sostenuto, a tutti i livelli, per quanto riguarda le aree di crisi industriali complessa. 

Se così fosse e Piombino fosse scelta dal Governo per ospitare il rigassificatore, riteniamo indispensabile che con le stesse procedure si proceda all’attuazione dei progetti di bonifica, con il conseguente riuso delle aree industriali e lo smaltimento dei cumuli di rifiuti. 

Magari dando immediata attuazione alla bonifica della faldafinanziata nel 2014 e ancora incredibilmente ferma al palo.

Allo stesso modo la possibilità di adduzione diretta di gas faciliterebbe un’eventuale produzione di acciaio con forno elettrico. E’ quindi importante che questa ipotesi si leghi a un nuovo progetto industriale che coinvolga Invitalia, come accaduto per Taranto, le rappresentanze sindacali e le aziende che potrebbero essere interessate a costruire a Piombino una nuova acciaieria elettrica.

Non è pensabile ne giusto che un rigassificatore sia appoggiato sulle macerie dell’industria o ormeggiato affianco ai cumuli dei rifiuti industriali sepolti nel SIN e che di Piombino ci si ricordi solo quando è più comodo.

Federazione Partito Democratico Val di Cornia/Elba

Unione comunale Pd Piombino

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Barbara Noferi

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