Pubblicato il 11 Giugno, 2022
Infuriano le polemiche su un concorso pubblico bandito a inizio maggio da due Comuni del Torinese per l’assegnazione di 2 posti da commissario dei vigili; nel documento infatti è scritto che le donne candidate al posto devono esibire un test di gravidanza negativo che deve essere eseguito negli ultimi cinque giorni che precedono l’esame. Nel testo del bando è scritto che il test è necessario per partecipare alle prove di efficienza fisica, come riporta il quotidiano la Stampa di oggi 11 giugno. I Comuni sono Vigone (5 mila abitanti) e Torre Pellice (4.500) e le prove “fisiche” consistono nel fare 1000 metri di corsa nel tempo di 6 minuti e 30 per le donne e 5 e 30 per i maschi. Chi è in gravidanza non può farla e la eseguirà poi, prima dell’esame orale.
Il quotidiano torinese riporta il commento di Loredana Cristino, dirigente sindacale nazionale del Csa polizia locale, che parla di discriminazione: “Chiedere a una candidata per un posto di vigile urbano il test di gravidanza è discriminatorio. Sperare poi che in due mesi sia uscita dallo stato in cui si trova è totalmente folle. Mica siamo criceti”. Anche l’avvocato Vittorio Barosio, esperto di diritto amministrativo, spiega perché – secondo il suo parere si tratta di un requisito illeggittimo: “Il bando non assegna agli aspiranti vigili funzioni tali da richiedere come requisito di ammissione al concorso una prova di efficienza fisica consistente nel poter correre 1.000 metri, e per di più in un tempo limitato. Mi pare quindi che la fissazione di questo requisito non sia legittima”. (Immagine di repertorio)
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