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estorsione

Perseguitano da mesi un imprenditore: “Se non ci paghi bruciamo la tua azienda”. Due arresti della polizia

Per gli arrestati l’accusa è di estorsione in concorso; sono stati ristretti agli arresti domiciliari in attesa del giudizio di convalida

Pubblicato il 9 Marzo, 2023

Operazione del personale del Commissariato di Gaeta ieri sera, 8 marzo: in arresto, nella flagranza del reato di estorsione, commesso ai danni di un imprenditore del sud pontino, sono finiti due uomini della provincia di Latina, classe 1972 e 1981, di cui uno con precedenti specifici.

In particolare, a seguito della denuncia sporta dalla vittima, è stata avviata, d’intesa con la Procura di Cassino, l’immediata attività d’indagine che ha evidenziato come l’imprenditore fosse oggetto di richieste estorsive da diversi mesi; l’uomo, ormai disperato, aveva dilapidato buona parte dei suoi risparmi, in quanto costretto a pagare decine di migliaia di euro, altrimenti si sarebbe visto “bruciare l’azienda”.

Nel pomeriggio di ieri, 08 Marzo 2023, la vittima veniva nuovamente contattata dai suoi “aguzzini” i quali, con reiterate minacce, inviate anche tramite l’applicazione WhatsApp, pretendevano la consegna di altri soldi.

Pertanto, dopo aver fissato un appuntamento con gli estorsori, nei pressi di un bar della periferia di Formia, veniva predisposto un servizio di osservazione e monitoraggio al fine di provare la dazione.

Avuta contezza della consegna dei soldi, il personale operante interveniva e provvedeva ad intercettare e bloccare i malviventi.

Gli estorsori venivano trovati in possesso della somma, suddivisa in banconote opportunamente “segnate”, per un totale di euro 500,00 euro.

Per tali fatti, dopo gli accertamenti di rito, i due uomini venivano dichiarati in arresto per il reato di estorsione in concorso e, come disposto dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura di Cassino, tradotti presso i loro domicili in attesa del giudizio di convalida.

Si precisa infine che sono in corso le attività investigative, pertanto gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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