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Pozzolo

Pozzolo, il caposcorta lo inguaia: “La pistola è sempre stata nella sua mano”

Pubblicato il 19 Febbraio 2024

“L’arma è sempre stata in mano a Pozzolo”.

Così l’ispettore della polizia Pablito Morello, caposcorta del sottosegretario Andrea Delmastro.

La pistola del deputato di Fratelli D’Italia, Emanuele Pozzolo, è quella da cui è partito il colpo che la notte di Capodanno, a Rosazza, nel biellese, ha ferito Luca Campana, 31enne, genero del caposcorta.

Così come dichiarato agli inquirenti da Morello agli inquirenti, nelle parole di Morello, contenute negli atti dell’indagine, c’è la ricostruzione della scena dopo lo sparo.

Pablito Morello

Il caposcorta era “l’unico a fianco a lui (Pozzolo) dal lato sinistro, in piedi al di sopra del tavolo”.

Poi c’è lo sparo.

“Pozzolo, spaventato e sorpreso ha come lasciato cadere la pistola sul tavolo”.    

“Istintivamente l’ho presa in mano per evitare che urtasse il tavolo”, spiega Morello e aggiunge “essendo ancora calda e fumante ho percepito il calore sulla mano e l’ho appoggiata sul piano del tavolo”, racconta La Stampa.

All’interno di quella stanza della sede della pro loco erano presenti almeno una ventina di persone. Ai carabinieri Morello avrebbe detto ancora: “Mi sono assicurato di allontanare Pozzolo dall’arma rimasta sul tavolo, per poi collaborare a soccorrere il ferito che stava inveendo contro il deputato”, anche parlando ai soccorritori con un cellulare. 

“Mi hai sparato, almeno chiedimi scusa”, è la frase che Campana avrebbe urlato a Pozzolo.

Secondo il padre suo figlio Maverick avrebbe poi preso in mano la North American per consegnargliela “dicendomi di ritirarla per sicurezza. L’ho presa e non sapendo dove custodirla l’ho appoggiata su di una mensola a muro, in alto”. 

Dagli esami sulle tracce di dna, trovate sull’arma, ad aver toccato la pistola risulterebbero stati Pozzolo, Morello e il figlio Marevick.