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Presidi contro i No vax: “Pagati per non lavorare”

E’ molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi” sostiene il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

Pubblicato il 26 Marzo, 2022

“E’ molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi” sostiene il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

Giannelli punta il dito contro il decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale col quale si ufficializza il rientro a scuola dei docenti non vaccinati che, però, si puntualizza, andranno adibiti ad mansioni diverse dall’insegnamento e che non prevedano contatto con gli alunni. 

Da qui, lo sfogo di Giannelli: “E’ molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi, gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato; gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti”.

“Tutto questo – aggiunge – viene fatto con risorse sottratte al Fondo da dividere tra tutti e che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti. Anche il messaggio che passa è che chi non vuole rispettare le regole alla fine l’ha vinta. Sono riusciti a fare proprio un bel capolavoro”.

Il giudizio negativo sul nuovo decreto arriva anche dai sindacati confederali. “Un testo ambiguo e direi quasi impraticabile – spiega Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuol – Andiamo a chiudere lo stato di emergenza formalmente come auspicio, dato che nella sostanza i contagi continuano a crescere e la scuola deve essere messa nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza con indicazioni chiare”.

“Invece ora – aggiunge – le scuole dovranno riorganizzarsi nuovamente: serve personale sia docente che Ata pienamente a disposizione dell’offerta formativa. Quando incontrerò il ministro esporrò le mie preoccupazioni”.

Critiche anche dalla Cgil secondo cui il decreto è da “cambiare radicalmente. C’è una evidente discriminazione che riguarda le sostituzioni – afferma Francesco Sinopoli segretario generale della Cgil Scuola – che sono consentite nel caso del personale docente non vaccinato e non consentite invece per il personale Ata. I fondi necessari per pagare i supplenti dei docenti rientrati senza vaccinarsi, inoltre, vengono sottratti dal fondo di istituto: si prendono cioè alle scuole”.

La decisione di destinare i prof no-vax a mansioni lontane dagli studenti “Non ha oggettivamente alcuna logica – afferma l’ex ministra M5S Lucia Azzolina – Saranno dunque demansionati, per svolgere quali mansioni però non è chiaro. Andranno in biblioteca dove, comunque, saranno a contatto con altri docenti e studenti? Andranno in segreteria? A far cosa? La misura appare ancora più paradossale se si pensa che lo stesso decreto interrompe lo smart working per i lavoratori fragili. Per loro, che hanno bisogno di evidenti tutele, tutto torna come prima. I docenti non vaccinati finiscono invece in un limbo. Che ha un costo, è bene ricordarlo. La decisione sarà finanziata infatti per buona parte con i soldi del fondo che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti. Non c’è molto altro da aggiungere alla assurdità di questa misura”.

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