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Primo maggio

Vigilia del Primo maggio: “Ma i lavoratori cosa devono festeggiare?”

Pubblicato il 30 Aprile, 2022

“Domani non si può festeggiare perché a quanto pare sul lavoro c’è una vera e propria guerra. Lo dicono chiaro anche i dati, tre morti al giorno, hanno fatto una media, quindi i lavoratori cosa devono festeggiare?”.

“E se lo faranno spero facciano festa diversamente, Che scendano in piazza anche loro per avere in primo luogo la sicurezza”. Alla vigilia della festa dei lavoratori Emma Marrazzo torna a parlare delle tutele che mancano sui luoghi di lavoro e di sua figlia Luana D’Orazio, che al lavoro ha perso la vita, a 22 anni.

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Luana D’Orazio aveva un figlio

Tra pochi giorni, il 3 maggio, sarà il primo anniversario dell’incidente nella ditta di Montemurlo, nel pratese, quando la giovane fu risucchiata nell’ingranaggio dell’orditoio a cui era addetta. Macchinario al quale, secondo l’inchiesta della procura di Prato, sarebbe stati disattivati i dispositivi di sicurezza.

Primo maggio
Emma Marrazzo

“Spero che si riesca a ottenere qualcosa – dice ancora parlando del suo impegno affinché i luoghi di lavoro diventino più sicuri – Io sarei contenta se mettessero le telecamere sul posto di lavoro. Servirebbero più controlli a sorpresa e una maggiore formazione, soprattutto pratica, per chi, come mia figlia, era solo un apprendista. Sono morti che si possono evitare, morti violente come in una guerra, solo che l’arma che viene usata è la mancanza di buon senso, cuore, è la disumanità di togliere i dispositivi di sicurezza al macchinari”.

SUD SENZA OCCUPAZIONE

E alla vigilia della Festa dei Lavoratori, l’Eurostat ha pubblicato dei dati davvero demoralizzanti sull’occupazione nel Sud Italia relativi all’anno 2021.

Campania, Sicilia, Calabria e Puglia risultano essere tra le cinque regioni europee con l’occupazione più bassa nell’Ue dei 27, insieme alla regione della Guyana francese. A fronte di un tasso medio Ue di occupazione tra i 15 e i 64 anni del 68,4% e di un tasso nazionale al 58,2%, la Sicilia registra ‘solo’ un 41,1%, la Campania un 41,3%, la Calabria un 42% e la Puglia un 46,7%. Il tasso medio di occupazione nel Sud Italia risulta pari al 45,2%, vale a dire circa 20 punti percentuali in meno rispetto alla media Ue. Bene invece il Nord, con l’occupazione che risulta in linea con quella europea (67,2% nel Nord Est e 65,9% nel Nord Ovest vs 68,4% in Ue).

Il divario territoriale in Italia risulta essere peggiore anche rispetto a quello della Grecia, nazione che in termini di occupazione si posiziona in coda alla classifica Ue (57,2% vs 58,2% dell’Italia). In Grecia è Iperios la regione peggiore a livello di occupazione, con un tasso al 50,7% rispetto al 41,1% della Sicilia che fa peggio anche della Guyana francese (41,4%).

La situazione degenera se si analizzano i dati relativi alla sola occupazione femminile.

In Campania e Sicilia il tasso di occupazione per le donne si attesta al 29,1% e al 30,5% in Calabria, con una percentuale per tutto il Sud Italia pari al 32,9%. Stiamo parlando di meno di una donna occupata su tre. La media europea è pari quasi al doppio (63,4%) mentre quella relativa all’Italia intera sfiora il 50% (49,4%). Facendo un paragone tra la provincia di Bolzano, la Sicilia e la Campania, risulta che nel primo caso l’occupazione delle donne è pari al 63,7% mentre quella delle altre due regioni è al 29,1%. Si tratta del dato più basso in Ue.

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