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processo

Procuratore Caltanissetta: “Sulla strage Borsellino un gigantesco depistaggio”

Pubblicato il 11 Maggio, 2022

“Sono qui per testimoniare che, pur tenendo conto dell’autonomia di udienza che accompagna ciascun magistrato della pubblica accusa, le conclusioni che saranno formulate non rappresentano il convincimento isolato di uno o due pm di udienza”.

Così Salvatore De Luca. Il procuratore capo di Caltanissetta ha voluto essere presente personalmente all’ultima udienza del processo sulla strage di via D’Amelio, dedicata alla requisitoria della Procura.

De Luca di un “gigantesco depistaggio” sulla strage in cui furono massacrati il giudice Paolo Borsellino e al sua scorta, e tiene a sottolineare che la Procura di Caltanissetta è “unita sulle conclusioni” nel processo.

Alla sbarra ci sono tre poliziotti, Mario Bo, assente, e Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, che invece sono presenti.

“Io oggi sono qui quasi come testimone diretto – dice De Luca – perché l’eccellente lavoro fatto dai colleghi, in particolare dal pm Stefano Luciani, non ha bisogno di alcuna integrazione. Sono qui per testimoniare che tutta la Procura di Caltanissetta condivide, senza riserve, le conclusioni che saranno formulate e le valutazioni che saranno svolte dal collega Luciani in relazione all’aggravante di mafia”.

E aggiunge: “Non si tratta di una frattura rispetto al passato ma di una lenta evoluzione che ci porta ad affermare la sussistenza dell’aggravante di mafia. I plurimi e gravi elementi depongono tutti nel senso che il depistaggio ha voluto coprire delle alleanze, delle cointeressenze di alto livello di Cosa nostra”.

E parlando dell’ex pentito Vincenzo Scarantino, afferma: “Tutti sapevano alla Guadagna che Scarantino era un delinquente di serie C…”.

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