Pulsano: Rogo al deposito comunale, in fumo progetto da 1,3 milioni di euro

Leggi l'articolo completo

A complicare la già critica situazione di Pulsano, commissariata dopo le inchieste della Magistratura, si è aggiunto il vasto incendio che ha letteralmente mandato “in fumo” ciò che restava del progetto “Idrovie”. Lo scorso venerdì pomeriggio una enorme colonna di fumo nero denso e acre, visibile anche dalle spiagge, si è alzata da un capannone sito a ridosso del centro abitato. L’incendio, la cui dolosità è al vaglio degli inquirenti, ha carbonizzato diverse strutture che facevano parte di un progetto, mai realizzato, per creare delle banchine galleggianti dove far ormeggiare le imbarcazioni dei turisti.

L’incendio si è sviluppato a ridosso di numerose abitazioni e dopo il panico iniziale, è sopraggiunta la rabbia e la preoccupazione per i rischi alla salute dovuti alle sostanze tossiche sprigionate dalla combustione delle materie plastiche, diossina in primis. Alcuni abitanti del luogo hanno persino trascorso la notte in auto per non correre rischi. Una scena da film, con la squadra dei vigili del fuoco che ha impiegato diverse ore per domare le fiamme.

“Voglio ricordare che in quel deposito si è consumato uno dei più grandi scandali della storia pulsanese, ovvero quello delle Idrovie” afferma Emiliano D’Amato del M5S. Il progetto prevedeva di collegare via mare con Taranto le spiagge di Leporano, Pulsano e Maruggio. Furono stanziati 1,3 milioni di euro dalla Regione Puglia in cofinanziamento con la Comunità Europea, ed assegnati a Pulsano, che era responsabile della realizzazione delle opere.   Nel 2018 l’Ing. Sansonetti, l’allora incaricato del collaudo delle infrastrutture per i turisti, non poté procedere alla certificazione delle opere per mancanza delle opere stesse. Fa rabbia, prosegue l’ex consigliere comunale Emiliano D’Amato, prendere atto che nei verbali dello “stato avanzamento lavori” si parlava anche di opere subacquee, come la posa di pesantissimi massi di cemento sul fondale marino, ai quali dovevano essere ancorate le banchine galleggianti, delle quali non vi era traccia. Quel che rimaneva di un’opera costata 1,3 milioni di euro e mai completata, era depositata in un magazzino comunale senza alcuna sorveglianza e protezione ed ora è tutto in fumo. La vicenda, conclude Emiliano D’Amato, meriterebbe certamente un ulteriore approfondimento da parte degli organi preposti, quanto meno per il danno alla salute causato dalle sostanze tossiche sprigionate dal rogo. (Comunicato stampa)

Leggi l'articolo completo
Dante Sebastio

Recent Posts

Mike Tyson contro Jake Paul, arriva una clamorosa novità. Fan preoccupati: “E se poi muore?”

Lo scorso marzo fu annunciato l'incredibile ritorno di Mike Tyson sul ring contro lo youtuber…

7 minuti ago

Pensioni del mese di maggio in provincia: Poste comunica le modalità di erogazione

La concomitanza con il giorno di festa fa slittare di una giornata l'inizio dell'erogazione del…

39 minuti ago

“Saman Abbas non fu uccisa perché si oppose alle nozze”, spunta un’agghiacciante ipotesi sulla madre

Il 26 marzo si è svolto il funerale di Saman Abbas e il cerchio su…

41 minuti ago

La minaccia e poi tenta di fare irruzione in casa della ex, ma si rompe un piede: ora è piantonato al Goretti

Si trova all'ospedale Goretti di latina il 48 di origini rumene, ma residente a Sermoneta,…

51 minuti ago

Niente gita fuori porta per il primo maggio nel Lazio: la regione diffonde un’allerta meteo per pioggia

Si prevedono sul Lazio: precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale con quantitativi…

1 ora ago

La Rai pensa al dopo Amadeus: ecco chi sarà l’erede del re Mida della tv italiana

Ormai è ufficiale: Amadeus passerà al Nove e a fine giugno scadrà il contratto che…

1 ora ago