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Putin

Putin potrebbe ricorrere alla “Shock and awe” nucleare: l’allarme dei servizi segreti

Pubblicato il 11 Marzo, 2022

Vladimir Putin potrebbe ricorrere alla versione nucleare della “Schock and awe” (colpisci e terrorizza), la dottrina militare conosciuta anche come “dominio rapido”, basata sulla tattica dell’utilizzo di una potenza travolgente, la cognizione della superiorità sul campo di battaglia, manovre dominanti, ostentazioni spettacolari di forza per paralizzare la percezione che i nemici hanno del campo di battaglia e distruggerne la voglia di combattere.

Insomma, quel che è successo, tanto per non andare troppo indietro nel tempo, con il Blitzkrieg e le atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

La minaccia nucleare evocata da Vladimir Putin e poi rilanciata dal suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov non lascia indifferenti i servizi segreti occidentali, con in testa Washington. Gli agenti impiegati sull’analisi di questo, delicatissimo aspetto della guerra scatenata in Ucraina ritengono plausibile la possibilità che il presidente russo ordini l’impiego di armi tattiche con potenza limitata, su una porzione circoscritta del territorio ucraino, a supporto delle operazioni di terra convenzionali.

Putin rischia di vedere materializzato un nuovo Vietnam o un nuovo Afghanistan e potrebbe spingerlo a un gesto estremo che non ha precedenti negli ultimi 70 anni.

La Russia, secondo il bollettino stilato periodicamente dalla Federation of American Scientists, organizzazione fondata nel 1945 da scienziati del Progetto Manhattan, disporrebbe del più vasto arsenale nucleare al mondo, con 4.477 testate. Secondo i dati aggiornati all’inizio del 2022, si stima che di queste testate ne sarebbero attualmente operative circa 1.588. Di queste, 812 sono montate su missili balistici a terra, circa 576 sui sottomarini della flotta russa e altre 200 sui bombardieri. La perfetta triade nucleare, che Putin ha voluto riportare in piena efficienza, dopo il disfacimento dell’era post sovietica.

Il rifiuto degli Stati Uniti di consegnare a Kiev alcune batterie di missili Patriot – che comporterebbero per la loro operatività l’impiego di militari Usa sul terreno, circa 90 per ogni batteria – assegna all’armata di Putin un ulteriore vantaggio. Il Patriot è l’unico sistema in grado di intercettare in volo i missili usati dai russi in Ucraina. Ma le armi tattiche nucleari di cui dispone Mosca, con una potenza tale da causare devastazione su fette limitate di territorio, senza estendersi al resto del continente europeo, possono essere impiegate sia attraverso le batterie missilistiche già sul terreno di battaglia, che attraverso i sottomarini o i caccia bombardieri Tu-22M3, Su-24M, il nuovo Su-34 e il MiG-31K.

Si tratta di una capacità che preoccupa gli alleati occidentali e che, se accompagnata alla effettiva volontà di impiego dell’arma nucleare, potrebbe portare a sviluppi sconvolgenti del conflitto ucraino.

Fonte: Adn Kronos

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