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Gianluca Manenti, presidente Confcommercio Ragusa

Ragusa, dati Confcommercio, finalmente un accenno di ripresa

Pubblicato il 15 Aprile, 2021

Finalmente un mese di buona ripresa per le vendite al dettaglio. I dati preliminari diffusi dall’Istat indicano, per l’area iblea, un aumento congiunturale pari al 6,6% in valore e al 7,2% in volume con riferimento al febbraio 2021 e rispetto ai trenta giorni precedenti. Rispetto allo stesso mese del 2020 – dunque a pandemia ancora non scoppiata – si registra, invece, una diminuzione del 6,7% in valore e dell’8% in volume. La crescita mensile è trainata dai beni non alimentari (+14,8% in valore e +15,4% in volume), diversamente dagli alimentari (-2,4% in valore e -2,2% in volume). Su base annua, la flessione è simile (non alimentari -6% in valore e -7,8% in volume, alimentari -5,5% in valore e -5,6% in volume). Risultano in calo tendenziale sia le vendite degli esercizi specializzati sia quelle degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare; per questi ultimi si evidenzia la diminuzione dei discount (-1,5%), la prima da marzo del 2019. Sono in aumento solamente le vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare. In confronto a febbraio 2020, vendite giù in quasi tutti i canali distributivi: grande distribuzione (-5,8%), imprese operanti su piccole superfici (-7,6%), vendite al di fuori dei negozi (-6,6%). Solo il commercio elettronico è in forte aumento (+35,8%). “E’ un dato leggermente migliore delle attese – dice il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, commentando i dati diffusi dall’Ufficio studi – secondo cui si rafforza l’ipotesi che la molla della ripresa trainata dai consumi, una volta domata la pandemia, potrebbe realmente scattare, sebbene permangano incertezze sull’entità della ripartenza. In ogni caso, restano gravi le condizioni del commercio tradizionale, sostanzialmente escluso dal rimbalzo statistico nel confronto con i mesi del 2020 non toccati dalla pandemia mentre le aree di spesa più tradizionali, come abbigliamento e calzature, continuano a patire l’impossibilità di programmare l’attività economica in conseguenza di chiusure e vincoli non facilmente comprensibili”. L’Ufficio Studi fa notare infine che “si conferma l’orientamento degli acquisti verso il potenziamento delle dotazioni di tecnologia e beni durevoli per il benessere fruito in casa” e che “il commercio elettronico vive una storia a sé, costituendo una sfida ineludibile per il futuro commercio più tradizionale, al quale toglierà parte del flusso di domanda di beni anche quando recupererà il terreno perso sul fronte dei servizi”.

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