Pubblicato il 9 Aprile 2025
“È un grande onore essere invitato a parlare davanti a voi, è la prima volta che un sovrano britannico si rivolge all’intero Parlamento italiano, questa fondamentale istituzione democratica.” Con queste parole, pronunciate in italiano, Re Carlo III ha dato inizio al suo storico intervento davanti alle Camere riunite a Montecitorio, esprimendo gratitudine al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’invito ufficiale in Italia.
Per allentare la tensione del momento, il sovrano ha scherzato con una battuta in italiano: “Spero di non rovinare la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia”, riuscendo così a rompere il ghiaccio. Ha poi sottolineato il profondo legame tra i due Paesi: “Le nostre storie sono intrecciate. Sono qui per riaffermare l’amicizia che lega Regno Unito e Italia, e per impegnarmi a rafforzarla durante il mio regno”. Ha ricordato come le radici comuni risalgano addirittura all’antica Roma, scherzando sul fatto che “furono i romani a suggerire ai britannici l’idea di mettere la testa del re sulle monete”, un motivo per cui ha detto di sentirsi “particolarmente grato”.
“Gran Bretagna e Italia sono oggi unite nella difesa dei valori democratici”, ha aggiunto, evidenziando l’impegno congiunto in favore dell’Ucraina e la collaborazione all’interno della NATO, dove le forze armate dei due Paesi operano fianco a fianco. Ha ringraziato l’Italia per il ruolo chiave che svolge ospitando importanti basi Nato e guidando missioni internazionali.
“Da Torino a Palermo, da Verona a Napoli, da Firenze a Trieste, ogni visita mi ha fatto amare sempre di più questa nazione”, ha confessato Re Carlo, paragonando l’Italia a un “vecchio amico”. Ha ricordato momenti significativi vissuti nel nostro Paese, come la visita a Venezia nel 2009 con la Regina, quando ammirarono la Fenice restaurata, o il viaggio ad Amatrice nel 2017 dopo il terremoto, che lo colpì profondamente.
Il sovrano ha voluto rimarcare quanto sia “speciale tornare in Italia per la prima visita ufficiale dopo l’incoronazione”, anche perché coincide con un anniversario importante: “il nostro ventesimo anniversario di matrimonio”, condiviso con la Regina Camilla. Ha detto che l’Italia occupa un posto speciale nel cuore di entrambi, come in quello di tanti britannici: “Visitare questo Paese è stata una delle gioie della mia vita”.
Durante il suo discorso, Carlo ha ricordato anche le “terribili sofferenze vissute dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale” e ha omaggiato il coraggio della partigiana Paola Del Din, che, addestrata dallo Special Operation Executive, si lanciò con il paracadute per aiutare gli Alleati ottant’anni fa. “Ha 102 anni oggi e il suo coraggio merita di essere celebrato”, ha dichiarato con emozione.
Un momento curioso ha segnato la chiusura del discorso: mentre l’aula si alzava in una standing ovation, lo speaker ha annunciato la fine della cerimonia, ma Re Carlo non aveva ancora terminato. Con un sorriso e il suo tipico aplomb britannico, ha ripreso la parola dicendo: “Non ho ancora finito”, suscitando sorrisi e un pronto intervento da parte dei presidenti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, che hanno riportato l’attenzione sul podio. Al termine dell’intervento, Re Carlo e la regina Camilla hanno salutato calorosamente i presidenti delle due Camere, lasciando Montecitorio tra gli applausi.