Che ne sarà del reddito di cittadinanza dopo le elezioni del 25 settembre?

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Dopo le dimissioni di Draghi la prossima data da cerchiare in rosso nell’agenda politica italiana è il 25 settembre, quando ci saranno le elezioni per eleggere il nuovo Governo.

I partiti sono già in fibrillazione ma con ogni probabilità l’elemento che potrebbe far pendere l’ago della bilancia a destra e sinistra è il reddito di cittadinanza. Che ne sarà? Verrà abolito? Sarà prorogato?

Domande alle quali non è possibile dare una risposta secca, ma una cosa è sicura: il reddito di cittadinanza non sarà abolito dall’oggi al domani. Secondo Istat senza questo strumento, per quanto discusso e dibattuto, odiato e amato, insieme al Rem e agli altri sussidi per il Covid oggi in Italia ci sarebbe almeno un milione di poveri in più.

Proprio per questo motivo abolire di colpo in bianco il reddito di cittadinanza non è una soluzione percorribile, poiché rischierebbe di aprire un’altra crisi sociale in un periodo già decisamente complesso.

La posizione del centrodestra: “Pronti ad abolire il reddito di cittadinanza”

Italia Viva, Lega e Fratelli d’Italia hanno sempre manifestato il loro aperto dissenso al reddito di cittadinanza e sono pronti ad abolirlo. Forza Italia ha sottolineato l’esigenza di una modifica radicale dello strumento.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che ad oggi è in testa nei sondaggi, si è detta “pronta ad abolire il reddito di cittadinanza e usare le risorse per tagliare il cuneo fiscale e non perché voglio affamare i poveri, ma perché è meglio darle alle aziende disposte ad assumere”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Salvini: “Il RdC disincentiva il lavoro e incentiva il lavoro nero. Diamo quei soldi agli imprenditori per assumere e torniamo ai voucher per gli stagionali”.

La risposta di M5S e PD

Il reddito di cittadinanza è stato il cavallo di battaglia del M5S dal 2018 al 2022 e quindi i pentastellati lo difendono a spada tratta, nonostante alcune incongruenze e le tante truffe scoperte a carico dello Stato, come le 43 persone che percepivano il sussidio benché fossero in carcere.

Oltre al reddito di cittadinanza, il Movimento 5 Stelle punterà forte sul salario minimo e l’ambientalismo. Il PD invece sbandiererà soprattutto il vessillo del salario minimo, della riduzione delle tasse sul lavoro e dello ius scholae, ma difficilmente metterà al centro della sua campagna elettorale il RdC, poiché l’alleanza con i 5 Stelle sembra sgretolarsi giorno dopo giorno.

Non si sa cosa accadrà alle prossime elezioni ma, qualunque sarà il destino del reddito di cittadinanza, di certo non sparirà dall’oggi al domani.

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Redazione Nazionale

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