Pubblicato il 22 Novembre 2024
“Sono molto preoccupata perché mio figlio sta male. Aiutatemi, lui ha bisogno di me e io di lui. Non so cosa fare”. Così la madre di Elanain Sharif, il 44enne cittadino italiano arrestato in Egitto.
L’appello è stato diffuso attraverso l’Ansa dal legale della famiglia, l’avvocato Alessandro Russo.
“E’ stato messo in carcere appena siamo arrivati in aeroporto. Non posso sapere come sta perché non riesco a parlarci e sono molto preoccupata”. La donna ha spiegato che il “figlio ha subito tre interventi alla schiena, l’ultimo 30 giorni fa a Londra”, spiega la madre dall’Egitto.
“E’ una vicenda che inevitabilmente ci riporta ai casi di Regeni e Zaky. Sono andati al Cairo dove hanno un appartamento, erano lì per commissioni come avevano fatto tante altre volte ma appena arrivato è stato bloccato e gli hanno sequestrato il passaporto italiano”, afferma Russo.
E’ scomparso da dodici giorni, dallo scorso 10 novembre, dopo un arresto al Cairo dai contorni tutti da chiarire. Sharif, racconta la madre, era appena rientrato dall’Italia con lei dall’Umbria quando è stato preso in consegna dalle autorità egiziane.
E il caso è seguito con la “massima attenzione” dalla Farnesina dopo la denuncia della donna, che era col figlio al momento del fermo.
Il 44enne, nato in Italia e con passaporto anche egiziano, vive da alcuni anni a Terni, mentre la madre è residente a Foligno ed è sposata con un italiano.
“Ciò che ha portato all’arresto non è chiaro, si tratterebbe di qualcosa legato a contenuti su Facebook ma non abbiamo capo di imputazione”, spiega l’avvocato.
Sharif lavora nell’industria del porno (è noto come Sheri Taliani), scrive l’Ansa, e questo potrebbe essere il motivo dell’arresto.
“In aeroporto è stato tenuto a lungo negli uffici della polizia e poi la madre lo ha visto uscire con le manette ai polsi – aggiunge – Le procedure di arresto sono state effettuate utilizzando solo il passaporto egiziano, quello dell’Italia gli è stato restituito alcuni giorni dopo”.
Sharif prima è stato rinchiuso nel carcere della Capitale egiziana.
“E’ stato lì per alcuni giorni, in condizioni inumane: senza potere dormire, poteva stendersi solo per mezzora, per sedersi su una sedia, anche per pochi minuti, doveva pagare. La madre l’ha visto per pochi istanti, il 10 novembre poi più nulla”, aggiunge il legale.