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Regolamento beni confiscati alla mafia, presentata a Palazzo degli Elefanti proposta aggiornamento da professionisti a conclusione di un master

La proposta di aggiornamento è stata presentata dai corsisti redattori del documento, a conclusione del master di II livello “Prevenzione dai rischi di infiltrazioni criminali nelle attività economiche, gestione, amministrazione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati”.

Pubblicato il 24 Marzo, 2022

Un’innovativa proposta di aggiornamento del regolamento dei beni confiscati è stata consegnata a Palazzo degli Elefanti all’assessore al ramo Michele Cristaldi, dalla Professoressa Daniela Mainenti ordinario di procedura penale e Direttrice nazionale per la formazione della Fondazione YMCA Italia dai corsisti redattori del documento, a conclusione del master di II livello “Prevenzione dai rischi di infiltrazioni criminali nelle attività economiche, gestione, amministrazione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati”, promosso dall’Università degli studi di Napoli Parthenope in partnership con la Fondazione YMCA Italia. L’avvocato Giovanna Riccardo e i Commercialisti Alessio Russo e Dario Giuffrida, sotto la guida del tutor professionale, Architetto Giuseppe Catalano, hanno proposto in dettaglio e reso organici una serie di modifiche all’ormai obsoleto regolamento comunale, alla luce della normativa vigente in materia attraverso una serie di innovative modifiche ritenute non più rinviabili.

Lo spunto del lavoro degli studiosi accademici e dei professionisti è stato la “Relazione sull’analisi delle procedure di gestione dei beni sequestrati e confiscati” approvata il 5 agosto scorso dalla Commissione parlamentare nazionale di inchiesta sul fenomeno delle mafie. Un lungo documento, frutto di due anni di lavoro, che analizza l’applicazione concreta della normativa in tema di contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata e formula proposte di miglioramento della disciplina vigente, al fine di giungere a una più efficace e tempestiva utilizzazione delle risorse economiche sottratte alle mafie. La concreta restituzione alla società civile di un bene confiscato, infatti, non può prescindere da una gestione efficiente del bene stesso e dalla compiuta realizzazione di attività progettuali in grado di incidere positivamente sul tessuto sociale ed economico, in un’ottica di sicurezza, legalità e sostegno alla valorizzazione di beni e aziende confiscati alla criminalità organizzata. Nello specifico, il regolamento comunale di Catania adottato nel 2014 e ancora vigente, è stato oggetto di studio particolareggiato e ampliato da 14 a 31 articoli, adattato in fase redigente alla vigente normativa con meccanismi di semplificazione e gestione avanzata dei beni confiscati e assegnati al Comune, in un’ottica di riuso sociale.

L’assessore Cristaldi dopo avere esaminato la bozza di regolamento redatto dagli studiosi, ha ringraziato la Professoressa Daniela Mainenti e la fondazione YMCA per la donazione del regolamento e lo ha sottoposto alla valutazione degli stakeholders di settore con cui l’amministrazione comunale mantiene proficui rapporti di confronto, per migliorare l’efficacia delle iniziative di gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra, chiedendo contributi propositivi aggiuntivi e di concreta esperienza in materia, che verranno armonizzati, laddove possibile, con il testo originario approntato dai professionisti.

“L’adozione da parte del Comune di Catania di nuove linee guida che dettino gli step da seguire per l’assegnazione dei beni confiscati rappresenta un altro grande passo verso il sovvertimento socio-culturale della concezione di beni confiscati che vengono restituiti alla comunità – ha detto l’assessore Cristaldi che con la specifica delega affidatagli ha promosso diverse iniziative per l’assegnazione a scopi sociali di beni confiscati alla Mafia –. Siamo tutti consapevoli quanto sia necessaria l’adozione di un regolamento aggiornato, strumento indispensabile per realizzare progetti di valorizzazione dei beni confiscati che siano capaci di generare una ritrovata fiducia nel territorio ed alternative credibili alle economie e alle logiche criminali e sono certo che il consiglio comunale a cui breve sottoporremo l’atto deliberativo, saprà attentamente valutare questa virtuosa opportunità per il Comune e la città di Catania”.

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