Ricci (Fi): “Da governo nessun ristoro per imprese, siamo all’improvvisazione”

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Situazione difficile per le imprese, nell’era del Coronavirus. Fabrizio Ricci, vicesindaco di San Lorenzo e nuovo responsabile del dipartimento economia del comitato provinciale di Forza Italia di Viterbo, scrive in una nota: “Abbiamo iniziato l’anno nella stessa identica maniera di come lo abbiamo concluso: immersi nelle bugie e nelle nefandezze di un governo che fa dell’improvvisazione il suo modus operandi. La maggioranza, infatti, ha deciso di portare al sacrificio intere categorie come bar, ristoranti e gestori di impianti sportivi, sostenendo che fossero il problema principale dello sviluppo della pandemia, ed accompagnando questa scelta con la promessa di ristori immediati per le chiusure. Siamo al 4 gennaio del 2021 e niente di tutto ciò si è verificato: l’indice di contagio non è calato, i ricoveri ospedalieri crescono e la conta dei morti prosegue inesorabile. Il tutto senza che si sia ancora visto un solo centesimo sui conti correnti degli imprenditori, costretti alla serrata dal decreto di Natale.Tengo a sottolineare che, peraltro, quando arriveranno questi promessi ristori, saranno calcolati sulla base del primo decreto ‘rilancio’ di maggio 2020, ovvero una cifra esigua, calcolata sulla perdita di fatturato di aprile 2020 su Aprile 2019. Niente a che vedere con il periodo natalizio, dove le imprese hanno subito perdite in termini di fatturato nettamente superiori rispetto alla primavera. Al settore alberghiero è andata anche peggio: nessun obbligo di chiusura, nessun cliente e, soprattutto, nessun ristoro. Questa situazione è inaccettabile, siamo allibiti di come questo governo stia gestendo l’economia del Paese. Anche in provincia di Viterbo, come nel resto d’Italia, si inizia a respirare un’aria pesante, tra esposizioni bancarie sempre più elevate, scadenze fiscali in divenire e mancati incassi, molte imprese rischiano di non riaprire le saracinesche. A questo si aggiunge l’incertezza sulle riaperture a singhiozzo previste per gennaio, che non si capisce come possano essere prese in considerazione dalle attività produttive. Metà settimana chiuso, l’altra metà aperto. La sensazione è che chi sta prendendo queste decisioni non abbia la minima conoscenza di cosa sia un’attività economica”.

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Redazione Viterbo

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