Pubblicato il 5 Febbraio 2025
Una coppia di anziani nel luglio del 2012 venne sequestrata in casa da due rapinatori che li derubarono di 15mila euro (tra gioielli e contanti): i malviventi avevano detto alle vittime di essere carabinieri e che avrebbero dovuto fare una perquisizione.
La svolta dopo 12 anni
La rapina avvenne il 20 luglio 2012 a Riccione, ai danni di una coppia di anziani, che furono sequestrati nella loro casa, picchiati e derubati. Finalmente, dopo 12 anni, il Dna dell’uomo è stato isolato dal Ris dei carabinieri di Parma su una fascetta da elettricista usata per legare i polsi delle vittime ed è stato fermato, per questo, un 38enne di Reggio Calabria.
Si tratterebbe di un 38enne di Reggio Calabria, che, secondo gli investigatori, la sera di oltre 12 anni fa, insieme a un complice (rimasto ancora senza nome), entrarono nell’abitazione della coppia, un imprenditore di 77 anni e la moglie di 67, presentandosi come uomini dell’Arma che avrebbero dovuto perquisire l’abitazione, adducendo la scusa che sospettavano che la figlia fosse una spacciatrice.
I rapinatori bloccarono la donna, la legarono a una sedia e la imbavagliarono e, dopo poco, anche il marito fu immobilizzato e colpito da un pugno. Poi, i banditi razziarono oro e contanti: 600 euro, un libretto di assegni e gioielli per un valore complessivo stimato di 15.000 euro.
Le indagini erano state affidate ai carabinieri della compagnia di Riccione e ai colleghi del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma.
Il 5 giugno 2024, la Procura di Rimini ebbe la notizia che le tracce biologiche del rapinatore, rimaste sconosciute per 12 anni, erano finalmente state identificate e corrispondevano a un uomo con precedenti per rapina, ricettazione, porto d’armi, armi clandestine e stupefacenti.
Lo stesso individuo, infatti, era stato fermato dalla polizia stradale di Pesaro sull’A14, pochi giorni prima della rapina a Riccione. Il 38enne, inoltre, era stato in carcere fino al 2020. Sulla base del DNA e dei riscontri provenienti dai controlli, il sostituto procuratore Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio per il sospettato. Adesso, le ricerche, si cono concentrate per risalire al suo complice. Foto di repertorio