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Rifiuti – No della Regione al deposito di rifiuti radioattivi

Sottoscritto oggi (30 Giugno) durante una conferenza stampa a Palazzo D’Orleans a Palermo, l’atto formale con cui l’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro e i cinque sindaci dei comuni coinvolti, hanno dichiarato la loro ferma contrarietà nei confronti della possibilità per la Sicilia di diventare sede nazionale di depositi di rifiuti radioattivi.

Pubblicato il 30 Giugno, 2021

Sottoscritto oggi (30 Giugno) durante una conferenza stampa a Palazzo D’Orleans a Palermo, l’atto formale con cui l’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro e i cinque sindaci dei comuni coinvolti, hanno dichiarato la loro ferma contrarietà nei confronti della possibilità per la Sicilia di diventare sede nazionale di depositi di rifiuti radioattivi.

“Non permetteremo mai che la Sicilia diventi la sede nazionale dei rifiuti radioattivi, faremo le barricate. Il nostro è un no secco, senza margini di ragionamento, perché siamo contrari per principio e abbiamo dati oggettivi che dimostrano che il nostro territorio è inadeguato a ospitare questo sito”.

Alla conferenza stampa presenti: l’assessore alla Politiche agricole di Trapani Giuseppe Pellegrino, il sindaco di Petralia Sottana Leonardo Iuri Neglia, quello di Castellana Sicula Francesco Calderaro, il sindaco di Butera Filippo Balbo e il Commissario straordinario di Calatafimi Segesta Francesco Fragale. Le relazioni sottoscritte oggi verranno inviate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo nazionale avrà poi quattro mesi di tempo per valutare tecnicamente le controdeduzioni presentate dalla Regione e, in caso, avviare consultazioni con gli enti territoriali coinvolti.

Si sono detti contrari anche tutti i sindaci dei Comuni dei quattro siti individuati da Sogin, la società che per conto dello Stato è responsabile della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. “Abbiamo già subito un danno economico – denuncia il sindaco di Butera, Filippo Balbo perché molte imprese che volevano investire qui hanno fatto un passo indietro. Nei 150 ettari designati ci sono numerosi e importanti vigneti e cantine vitivinicole, un’area in cui avviene la produzione e lo stoccaggio del 90 per cento dei frutteti, in particolare della pesca di Delia Igp, con mandorleti, ulivi e ortaggi”.

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