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Addio Rifle, dichiarato il fallimento del marchio con 62 anni di storia e 96 dipendenti

Pubblicato il 3 Ottobre, 2020

Addio Rifle, dichiarato il fallimento del marchio con 60 anni di storia e 96 dipendenti. Il tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento della Rifle & co. storica azienda di abbigliamento di Barberino di Mugello che conta complessivamente 96 dipendenti fra la sede e i negozi in Italia.

La Rifle nata nel 1958 dai fratelli Fratini, Giulio e Fiorenzo , ha vestito più generazioni e milioni di persone diventando, negli anni d’oro, un simbolo di qualità italiana riconosciuto nel mondo.

L’azienda toscana è arrivata a vendere anche oltre 100mila jeans in Europa, seconda soltanto alla Levi’s\. I jeans made in Mugello sono stati i primi al mondo ad entrare, nel 1968, in un paese comunista, la Cecoslovacchia.

Il nome, Rifle (carabina in inglese), nasce dalla scritta che i fratelli Fratini leggevano sulle casse di legno che trovavano sulle navi in rotta tra l’Italia e gli Stati Uniti dove andavano per comprare il denim, la stoffa con la quale realizzavano i loro blue jeans.

Dopo anni di crisi, pur con investimenti importanti anche da fondi esteri subentrati nel 2017, questa azienda non ce l’ha fatta ad uscire dal tunnel, certamente reso ancora più buio, dalla pandemia mondiale.

«Il tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio per 45 giorni – dicono Alessandro Lippi della Filctem-Cgil e Gianluca Valacchi della Femca-Cisl che seguono la vicenda – e appena avremo l’ufficialità della nomina del curatore fallimentare, chiederemo un incontro per esaminare la situazione e cercare di dare un ulteriore sostegno economico ai dipendenti; la Rifle & co. è già in cassa integrazione Covid-19, tramite gli ammortizzatori sociali straordinari previsti in questi casi».

«Ovviamente sono allertate le istituzioni sulla vicenda, sempre coinvolte nella gestione della crisi aziendale, che sarebbe riduttivo – proseguono i sindacalisti – addebitare solo alla pandemia e cercheremo anche di verificare tutte le possibilità di salvaguardia occupazionale qualora ci fossero manifestazioni di interesse per il marchio e quindi per l’attività aziendale».

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