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Riforma agricola: accordo Ue da 50 mld

Pubblicato il 26 Giugno 2021

Riforma agricola. Con l’accordo sui piani strategici nazionali si va verso la riforma della Politica agricola comune (Pac) per consentire la programmazione degli investimenti nelle aziende agricole italiane per una spesa di circa 50 miliardi da qui al 2027. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare il compromesso sul cuore del negoziato della riforma della Pac raggiunto dal trilogo (Parlamento, Consiglio e Commissione). Tra i punti più rilevanti, il compromesso sugli eco-regimi che dovranno essere tradotti in misure semplici ed efficaci in termini di innovazione, per consentire agli agricoltori di continuare nel percorso di sostenibilità già iniziato.

Importanti anche i passi avanti sul tema della condizionalità sociale e dei diritti dei lavoratori sostenuto dalla Coldiretti che – sostiene Prandini – chiede di garantire adeguatamente i redditi degli agricoltori, premiare comportamenti virtuosi in coerenza anche con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di affrontare i danni provocati dai cambiamenti climatici, favorire il ritorno alla terra in atto nelle giovani generazioni e assicurare lo stesso rispetto dei diritti dei lavoratori e dei requisiti sociali in tutta Europa. Ma la riforma della Pac potrà portare risultati tangibili solo se si terrà nel debito conto l’impatto delle misure previste nella nuova Politica agricola rispetto alle azioni previste dalle Strategie europee della Farm to Fork e della Biodiversità: un’eventuale proposta di allineare la Pac con il Green deal dovrà evitare di rendere i prossimi anni incerti sul piano normativo e di dare valore giuridico ad obiettivi che ad oggi non sono cogenti.

In questo senso – continua Prandini – Coldiretti continua a sostenere l’assoluta necessità che la Commissione fornisca uno studio di impatto cumulativo prima di avanzare proposte legislative ulteriori e che si compiano scelte coraggiose in termini di trasparenza per il consumatore, estendendo a tutti i prodotti l’obbligo dell’indicazione del paese d’origine e respingendo sistemi di etichettatura nutrizionali fuorvianti come il Nutriscore. Il compromesso raggiunto tra i negoziatori al trilogo sui Piani strategici della futura Pac è comunque – continua  Prandini – un segnale positivo, in vista delle discussioni in merito al resto del pacchetto di riforma ed in vista del Consiglio Agricoltura di lunedì, che dovrà confermare un eventuale accordo. Tra le molte questioni ancora aperte sul resto del pacchetto di riforma della Pac, si auspica – conclude Prandini – un atteggiamento coraggioso su alcuni elementi chiave, in primis il dibattito relativo alle restrizioni alle importazioni: sarebbe importante che nella riforma della Pac fosse riconosciuto il principio della reciprocità degli standard, vietando l’ingresso nell’Unione di prodotti che non rispettino gli standard intesi come criteri di produzione Ue, come pure i limiti di tolleranza per i pesticidi presenti sui prodotti importati.