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Rimini

Rimini, caso alpini: centinaia di segnalazioni di molestie

Pubblicato il 10 Maggio, 2022

Palpeggiamenti, insulti, molestie verbali e violenze. Centinaia di donne di Rimini hanno denunciato pubblicamente di essere state prese di mira dagli Alpini, nel corso della 93esima adunata nazionale che si è tenuta dal 5 all’8 maggio.

Segnalazioni che sono state pubblicate sui social da Non una di meno e che, al momento, non si sono trasformate in denunce.

“Sarebbe inutile, queste persone vengono protette e giustificate. Sa cosa ha detto il mio capo? “Mi sarei fatto toccare volentieri da un alpino, al tuo posto”. E ancora: “Non so come funzioni, non so cosa fare ma vorrei denunciare subito”. “Alcune di loro sono ancora scosse per quello che è successo, non vogliono che si verifichi una seconda violenza da parte delle istituzioni dal momento che spesso chi denuncia viene interrogato in maniera pesante rischiando di vivere, per una seconda volta, il trauma subito. Diamo loro il tempo di pensarci”, spiega a Open Alice Carletti di Non una di meno Rimini.

“Stiamo valutando anche la denuncia collettiva, i nostri avvocati sono già stati avvertiti. E due ragazze a breve li incontreranno – aggiunge Carletti – Per intervenire non servono le denunce: le segnalazioni devono essere prese sul serio, anche quando non prendono la forma di una denuncia alle forze dell’ordine. Spesso le donne non denunciano perché temono di non essere credute. Chi ha segnalato ha bisogno del supporto delle istituzioni. Non si tratta di episodi di maleducazione o di ubriachezza: queste sono molestie”.

“Più di 250 le persone che ci hanno scritto, in 160 hanno raccontato i fatti in maniera dettagliata”, precisano da Non una di meno Rimini. Per il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad non si può sottovalutare quanto accaduto ma al tempo stesso 2non possiamo generalizzare per tutti gli Alpini”. Riccardo Magi (+Europa) ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Interno e della Difesa, Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini. 

Open l’ha visionata: “Magi – come si legge nella bozza – chiede quali urgenti iniziative i ministeri intendono intraprendere per accertare quanto accaduto nel corso della manifestazione, anche acquisendo le immagini registrate dalle videocamere di videosorveglianza presenti sui luoghi indicati dalle segnalazioni, al fine di individuare gli eventuali responsabili, e come si intende prevenire il ripetersi in futuro di tali deplorevoli episodi, già verificatisi in passato». Infine chiede «se siano state avviate indagini interne al corpo degli Alpini”.

Una vicenda che ha destato scalpore e che ha spinto il presidente dell’Associazione nazionale Alpini, Sebastiano Favero, a commentare all’Ansa le denunce finora raccolte: “Prima di ripartire ho parlato con le forze dell’ordine e ho chiesto se ci fossero state denunce. La risposta è stata negativa. È chiaro che, se ci sono denunce circoscritte e circostanziate, prenderemo provvedimenti. Vogliamo i fatti, la stessa cosa è successa a Trento nel 2018, senza che poi succedesse nulla. Quello che mi dispiace è che tutto si concentra su questo quando c’è stata un’adunata nazionale con 450 mila persone a Rimini e una sfilata con 90 mila persone nel segno della fratellanza e della solidarietà. Trasformare tutto questo mi lascia un po’ con l’amaro in bocca. Condivido quello che ha detto il ministro Guerini, ma non possiamo procedere sul sentito dire. Servono i fatti e le denunce che, al momento, non ci risultano”.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, poco prima aveva parlato di “comportamenti gravissimi, episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati”.

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