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Ritorno del latino nella scuola media? Bianchi: “Non è escluso”

Reintrodurre il latino nella scuola media, è possibile? Secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, non sarebbe questa una possibilità da escludere. “Una eventuale reintroduzione del latino richiederebbe, però, – evidenzia il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

Pubblicato il 23 Febbraio, 2022

Reintrodurre il latino nella scuola media, è possibile? Secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, non sarebbe questa una possibilità da escludere. “Una eventuale reintroduzione del latino richiederebbe, però, – evidenzia il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rispondendo ad una interrogazione – un intervento normativo che vada ad incidere sull’intero assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della media con una rimodulazione dell’intero piano di studi e dei relativi quadri orari, oltre che una modifica delle Indicazioni nazionali per il curricolo”.

Il latino nella scuola media?

Nel documento è stato chiesto infatti, al titolare del dicastero di viale Trastevere se “voglia valutare la possibilità di reintrodurre l’insegnamento della lingua latina nelle scuole medie”.

E’ stato allora che il ministro, pur spiegando che serve un intervento normativo specifico per reintrodurre l’insegnamento della lingua, abolita dalle scuole nel 1977, ha precisato che “i Collegi dei docenti possono, nell’ambito delle loro prerogative, attivare insegnamenti e potenziare discipline, nel limite massimo del 20 per cento dell’orario delle lezioni. Questa possibilità è ulteriormente consentita qualora nell’ambito dell’organico dell’autonomia le istituzioni scolastiche dispongano di docenti appartenenti alla specifica classe di concorso”.

La tradizione greca e latina

Quindi la risposta all’interrogazione fatta al ministro Bianchi è che “già a partire dalle scuole secondarie di primo grado si potrà valorizzare l’eredità della tradizione greca e latina così da trasmetterla alle studentesse e agli studenti, non soltanto come patrimonio del passato, ma come chiave di interpretazione e di lettura della nostra contemporaneità”. 

L’ultima parola

Questo significa però che l’ultima parola spetta agli istituti scolastici. Saranno quindi i collegi dei docenti dei singoli istituti, sulla base dell’autonomia di cui godono, a poter decidere se riportare o meno l’insegnamento nella propria scuola: “Alla luce di tale quadro di riferimento – continua Bianchi – si può ritenere, pertanto, che il piano triennale dell’offerta formativa delle scuole secondarie di primo grado possa prevedere, se opportunamente deliberato, anche l’insegnamento del latino”.

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