Roma: ambientalisti imbrattano opera di Van Gogh

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Gli ambientalisti colpiscono anche a Roma, alla mostra di Van Gogh. Alcuni militanti del movimento ecologista “Ultima Generazione” hanno imbrattato con una zuppa di piselli l’opera “Il seminatore” esposta a Palazzo Bonaparte.

Il dipinto è coperto da un vetro. E’ l’ennesima, sconsiderata maniera di protestare che sta replicandosi nei principali musei europei.

I carabinieri hanno poi identificato le quattro ragazze responsabili del blitz e anche la fotografa Laura Lezzi. Ora sono in caserma e la loro posizione è al vaglio.

Le attiviste, dopo avere imbrattato l’opera, si sono incollate alla parete urlando slogan contro l’uso del carbone e sul cambiamento climatico.

Un’informativa dei carabinieri è attesa in Procura a Roma.

Se dovessero essere accertati danni gli inquirenti potrebbero contestare agli attivisti coinvolti il reato previsto dall’articolo 518 duodecies relativo alla “deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Si tratta di fattispecie a tutela del patrimonio culturale che prevede una condanna da due a cinque anni.

“Oggi, zuppa di verdura sul “Seminatore” di Van Gogh. Agiamo per amore della vita, dunque per amore dell’arte! In un futuro dove faticheremo a trovare da mangiare per tutti, come possiamo pensare che l’arte sarà ancora tutelata?”, si legge in un post su Twitter di Ultima Generazione corredato da un foto delle attiviste di fronte al quadro dopo l’azione dimostrativa.

“Anche il caldo anomalo di questi giorni, così come la siccità, hanno danneggiato l’agricoltura italiana. e questo è nulla rispetto quello che ci aspetta se i governi continuano a sviluppare programmi che ci legano ulteriormente ai combustibili fossili”, si legge in un post collegato che commenta un articolo del Sole 24 Ore sui danni del caldo anomalo all’agricoltura.

Contemporaneamente all’atto vandalico a Palazzo Bonaparte, alle 12.30, alcuni sostenitori del gruppo sono tornati a bloccare le strade – in particolare sulla Tangenziale Est all’altezza di via Salaria, per “far sentire la voce della preoccupazione per la crisi climatica ed energetica”.

“Attaccare l’arte è un atto ignobile che va fermamente condannato. La cultura, che è alla base della nostra identità, va difesa e protetta, non certo utilizzata come megafono per altre forme di protesta. Peraltro il nostro patrimonio culturale va tutelato proprio dalle conseguenze del cambiamento climatico. Questo ennesimo gesto non può quindi passare come una legittima espressione di protesta”. Così il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “È giusto proprio oggi ricordare – conclude il ministro – che i reati contro i beni culturali sono puniti gravemente e che gli autori sono perseguibili penalmente”.

“Tutto ciò che avremmo il diritto di vedere nel nostro presente e nel nostro futuro”, spiegano gli attivisti, “sta venendo oscurato da una catastrofe reale e imminente, così come questa zuppa di piselli ha coperto il lavoro nei campi, simbolo della sicurezza alimentare; la casa del contadino, figura del diritto ad abitare stabilmente, senza necessità di migrare a causa di siccità o inondazioni; la luce sprigionata in tutta la scena dal Sole, dunque l’energia pulita e abbondante di cui disponiamo, cruciale per attuare una giusta transizione ecologica. Sono questi i temi che ogni giorno dovrebbero essere sulle prime pagine dei canali d’informazione e delle agende politiche, ma che vengono invece discussi solo in seguito ad azioni di forte impatto, come quella di oggi a Palazzo Bonaparte o come le precedenti, simili, compiute nel Regno Unito da Just Stop Oil o in Germania da Letzte Generation. Anche queste campagne come Ultima Generazione, sono parte della rete internazionale A22″.

In un post su Instagram scrivono: “Le azioni nei luoghi d’arte continueranno, e noi continueremo a ripeterci, cercando magari di migliorare qualche parola, di trovare combinazioni semantiche più incisive, di mostrarvi e di farvi capire il modo in cui vediamo tutto questo; il nostro punto di vista. Il punto di vista di chi ha davvero paura di guardare delle nuvole avvicinarsi perché non sa se la propria casa riuscirà a reggere al loro passaggio, di chi coltiva e spera di non perdere mesi e mesi di lavoro a causa delle temperature e delle grandinate, e di chi deve fare un grande respiro e contare i soldi di fronte al costo in continuo aumento di un cartone di latte o di un kilo di farina”.

“È inutile che ci ripetiate di andare di fronte ai palazzi del Governo”, concludono, “perché ci siamo già stati. Sono decenni che ci andiamo, che compiliamo moduli, che facciamo firmare petizioni, che divulghiamo la consapevolezza ambientale, che vengono fatti scioperi della fame o, addirittura, che ci si tolga la vita di fronte a quelle mura. Anni che non abbiamo più. Ora basta. E se avete la forza di continuare a dirci di andare di fronte al Governo, trovate anche quella di dirci che verreste con noi”.

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Redazione Nazionale

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