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Russia

Russia: “La nostra guerra ibrida con i Paesi ostili durerà a lungo”. Minacce alla Svezia

Pubblicato il 29 Marzo, 2023

“La guerra ibrida della Russia con i Paesi ostili durerà a lungo”.

Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax.

“Questa guerra ibrida che hanno scatenato contro il nostro Paese durerà per lungo tempo. E qui – ha aggiunto Peskov – abbiamo bisogno di fermezza, fiducia, concentrazione e unità attorno al presidente”.

“Continueremo a difendere gli interessi dei nostri atleti in ogni modo possibile – ha anche detto Peskov – continueremo i contatti con il Comitato olimpico internazionale proprio per proteggere gli interessi dei nostri atleti”, ha aggiunto il portavoce, citato dalla Tass.

Il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha deriso oggi l’annuncio degli Usa che intendono sostenere l’idea di creare un tribunale speciale per perseguire la Russia per il “crimine di aggressione”, un’idea promossa dalla Ue. “Si sono gingillati con questa tsatskaya per lungo tempo”, ha affermato Ryabkov, usando una parola russa che significa ‘giocattolo’ o ‘ninnolo’. “Lasciamo che si divertano”, ha aggiunto Ryabkov, citato dall’agenzia Ria Novosti. I piani russi per dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia devono “indurre la Nato a valutare la gravità della situazione attuale”, ha anche detto Ryabkov citato da Interfax. Secondo Ryabkov, inoltre, gli Usa “non hanno il diritto di rifiutare di fornire alla Russia ogni sei mesi i dati previsti dal trattato New Start sulla limitazione della armi nucleari”. E aggiunge che, per rifiutare, Washington dovrebbe sospendere la sua partecipazione o uscire dal trattato. Ieri fonti americane citate dal Wall Street Journal avevano detto che gli Usa intendevano interrompere lo scambio di dati in risposta alla decisione di Mosca di sospendere la partecipazione al New Start.

Tutti gli obiettivi dichiarati dell’operazione militare speciale saranno raggiunti “nonostante l’aumento dell’assistenza militare all’Ucraina da parte dell’Occidente”: lo ha dichiarato il segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolay Patrushev, durante un incontro con i suoi omologhi dei Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai a Nuova Delhi. “Porteremo a termine la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina e garantiremo l’integrità territoriale della Russia e la sicurezza della nostra popolazione”, ha dichiarato Patrushev, come riporta la Tass.

Volodymyr Zelensky ha invitato il leader cinese Xi Jinping a Kiev: lo ha reso noto lo stesso Zelensky in un’intervista esclusiva all’agenzia di stampa AP pubblicata online. “Siamo pronti a vederlo qui”, ha affermato il presidente ucraino nell’intervista tenuta a bordo di un treno durante uno dei suoi spostamenti nel Paese. “Voglio parlare con lui – ha aggiunto -. Ho avuto contatti con lui prima della guerra su larga scala. Ma durante tutto questo anno, più di un anno, non ho avuto (contatti)”.

“Gli Stati Uniti capiscono davvero che se smettono di aiutarci, non vinceremo”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’intervista ad Associated Press temendo che la guerra possa essere ostacolata dalle divisioni di Washington. Il presidente dell’Ucraina ha affermato che teme che la guerra possa essere influenzata dallo spostamento delle forze politiche a Washington. Zelensky è consapevole, riporta Ap dopo la lunga intervista, che il successo del suo Paese è stato in gran parte dovuto alle ondate di sostegno militare internazionale, in particolare dagli Stati Uniti e dall’Europa occidentale. Ma alcuni negli Stati Uniti, tra cui il repubblicano Donald Trump, l’ex presidente americano e attuale candidato per il 2024, si sono chiesti se Washington debba continuare a fornire all’Ucraina miliardi di dollari in aiuti militari. Anche il probabile rivale repubblicano di Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, ha suggerito che difendere l’Ucraina in una “disputa territoriale” con la Russia non fosse una priorità significativa per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ha poi ritrattato quella dichiarazione a seguito delle critiche di altre frange del GOP. Zelensky non ha menzionato Trump o altri politici repubblicani, figure con cui potrebbe dover fare i conti se prevalessero nelle elezioni del 2024.

Un gasdotto nella città russa di Belgorod è stato attaccato questa settimana da un drone lanciato dal territorio ucraino: lo rende noto su Telegram il sito d’informazione russo Baza, come riporta RBC-Ucraina. Non ci sono state vittime. Secondo Baza l’attacco è avvenuto la sera del 27 marzo e il drone è stato lanciato da Vovchansk, nella regione di Kharkiv, che si trova a 7 chilometri dal confine con la Russia. Il drone era dotato di un ordigno esplosivo improvvisato e ha attaccato la stazione di pompaggio del gas Gazenergoseti a Belgorod. “Frammenti di un ordigno esplosivo hanno danneggiato un serbatoio di gas vuoto con una capacità di 30.000 litri, nonché un gasdotto. Non ci sono state vittime”, affermano i media russi.

I mercenari del Gruppo Wagner hanno conquistato circa il 65% della città di Bakhmut, nella regione orientale ucraina di Donetsk: lo afferma l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano sull’andamento del conflitto, come riporta il Kyiv Independent. Negli ultimi sette giorni le forze del gruppo hanno guadagnato un altro 5% della città, precisa il centro studi statunitense, sottolineando che probabilmente hanno preso anche il controllo del complesso industriale Azom nella parte settentrionale di Bakhmut.

Yevgeny Prigozhin, capo della milizia privata russa Wagner, ha detto di giudicare “ingiusta” la condanna di un uomo a due anni di reclusione per avere “screditato” l’esercito, dopo che la figlia di 12 anni aveva fatto un disegno contro la guerra a scuola. In un appello inviato al procuratore della regione di Tula, pubblicato oggi suoi suoi canali Telegram, Prigozhin chiede di rivedere la sentenza di condanna di Alexei Moskalev, “specialmente per il fatto che sua figlia Masha sarà costretta a crescere in un orfanatrofio”. La bambina viveva da sola con il padre, che ora è latitante.

Esplosioni sono state udite questa mattina a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della città, Ivan Fedorov, come riporta Ukrinform. “Si sentono diverse esplosioni in tutti i quartieri della città. Gli occupanti si danno da fare. Stiamo aspettando i dettagli dallo Stato Maggiore”, si legge nel messaggio. Successivamente il sindaco ha precisato che una delle esplosioni è avvenuta “vicino alla sottostazione del deposito delle locomotive”. Vi sono state interruzioni di corrente nelle aree settentrionali e occidentali della città, così come a Semenivka, Tambovka e in alcuni villaggi circostanti, ha aggiunto. Per ora non ci sono notizie di eventuali feriti o vittime.

Sono 19.514 i bambini ucraini deportati illegalmente in Russia: è quanto emerge dall’ultimo aggiornamento pubblicato dal Ministero della reintegrazione ucraino sul sito statale ‘Children of War’: lo riportano i media nazionali. A questo dato vanno aggiunti i 4.390 bambini orfani, con un solo genitore o privi di cure parentali che secondo lo stesso ministero – come annunciato ieri – si trovano nei territori occupati o in Russia. Ad oggi, solo 327 bambini sono stati rimpatriati in Ucraina.

Sono almeno 465 i bambini uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte delle forze russe: è quanto emerge dai dati forniti dalle Procure per i minorenni, secondo quanto riporta Kyiv Independent. Allo stesso tempo, il bilancio dei bambini feriti è salito ad almeno 943.

Un’esercitazione di forze missilistiche strategiche è iniziata oggi su larga scala in Russia. Lo rende noto il ministero della Difesa di Mosca citato dai media locali, specificando che le manovre coinvolgono oltre 3.000 militari. L’esercitazione coinvolgerà in particolare la Formazione missilistica di Omsk e quella di Novosibirsk, equipaggiate con lanciatori mobili Yars. Le manovre si svolgeranno sul territorio di tre regioni russe non meglio specificate.

Il Canada estenderà un prestito da 2,4 miliardi di dollari canadesi (oltre 1,6 miliardi di euro) all’Ucraina nel prossimo anno finanziario, per aiutare a sostenere le finanze di Kiev. Lo riportano i media internazionali. La misura è contenuta nell’ultimo bilancio federale presentato ieri in Parlamento dal ministro delle Finanze canadese Chrystia Freeland. Il nuovo prestito per l’Ucraina sarà distribuito attraverso il Fondo monetario internazionale (Fmi). Si basa sui precedenti sostegni fiscali del Canada all’Ucraina, destinati a compensare la devastazione economica causata dall’invasione su vasta scala della Russia. Kiev finora ha ricevuto 5,4 miliardi di dollari (3,66 miliardi di euro) in aiuti canadesi, di cui oltre 1 miliardo in aiuti militari.

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