Pubblicato il 30 Settembre 2025
La più grande campagna autunnale dal 2016
In un momento in cui i negoziati di pace con l’Ucraina restano bloccati, la Russia rilancia la sua macchina militare. Con un decreto firmato il 29 settembre, il presidente Vladimir Putin ha disposto la coscrizione obbligatoria di 135mila cittadini russi, tra i 18 e i 30 anni, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2025. Si tratta della più massiccia campagna di arruolamento autunnale dal 2016, che si aggiunge ai 160mila uomini già richiamati in primavera.
I coscritti, ufficialmente, dovrebbero svolgere un anno di servizio nelle basi militari all’interno della Russia, e non essere inviati al fronte ucraino. Tuttavia, negli ultimi anni non sono mancate segnalazioni di giovani di leva mandati in combattimento.
Dal 2022, Mosca ha incrementato la coscrizione annuale di circa il 5% l’anno, mentre lo scorso settembre è stata approvata l’espansione dell’esercito a 1,5 milioni di soldati attivi, trasformando le forze armate russe in una delle più numerose al mondo.
Mosca si ritira dalla Convenzione contro la tortura
Parallelamente, Putin ha firmato anche il ritiro della Russia dalla Convenzione europea contro la tortura, alla quale Mosca aveva aderito nel 1996. Secondo la Duma, il Consiglio d’Europa avrebbe impedito la nomina di rappresentanti russi dal 2023, creando condizioni definite da Mosca come “discriminatorie”. La decisione segna un ulteriore allontanamento della Russia dalle istituzioni europee dopo la sospensione dell’adesione al Consiglio d’Europa all’indomani dell’invasione dell’Ucraina.
Dagli Usa il via libera a Kiev per colpire in profondità
Sul fronte internazionale, arriva una novità significativa: secondo l’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina, Keith Kellogg, le forze ucraine potranno effettuare attacchi in profondità sul territorio russo. In un’intervista a Fox News ha spiegato che “non esistono santuari” e che la decisione finale spetta a Donald Trump, caso per caso.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già chiesto a Washington la fornitura di missili da crociera Tomahawk a lungo raggio. Gli Usa stanno valutando la richiesta, mentre il vicepresidente americano JD Vance ha confermato che Mosca continua a rifiutare ogni tentativo di mediazione bilaterale o trilaterale.
Zelensky propone uno “scudo europeo”
Durante la conferenza sulla sicurezza di Varsavia, Zelensky ha lanciato l’idea di uno scudo congiunto per proteggere Ucraina, Polonia e Paesi partner dalle minacce aeree russe. Secondo il presidente, “senza la capacità di colpire dal cielo, la Russia non sarà più in grado di sostenere la sua aggressione”.
Per Zelensky, la vera arma dell’Europa è l’unità, da difendere contro i tentativi russi di divisione: “La Russia non è riuscita a spezzare la maggioranza dei Paesi, ed è per questo che oggi l’Ucraina riceve così tanto sostegno”.
Inoltre, il leader ucraino ha insistito sul bisogno di un maggiore coordinamento militare regionale, citando l’episodio dei 92 droni russi diretti verso la Polonia, di cui 19 hanno violato lo spazio aereo polacco.
Negoziati in stallo
Sul piano diplomatico non si registrano progressi. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha ribadito che da Kiev non arrivano segnali per la ripresa dei colloqui. L’ultimo incontro risale al 23 luglio a Istanbul, dove era stata concordata solo la prosecuzione dello scambio di militari feriti.
Mosca ha proposto la creazione di tre gruppi di lavoro su politica, questioni militari e temi umanitari, ma a settembre ha rilevato una “pausa” da parte ucraina, interpretata come una strategia per mostrare agli alleati occidentali la volontà di continuare la guerra.

