Pubblicato il 13 Settembre 2024
Stefania Battistini, giornalista Rai del Tg1, è finita nella lista dei ricercati di Putin. Il motivo? Avrebbe attraversato illegalmente il confine russo senza l’autorizzazione delle autorità di Mosca per documentare l’offensiva delle truppe ucraine penetrate nel Kursk, immagini che furono poi rilanciate dalla propaganda ucraina. La stessa Rai, quando ha capito che le acque si stavano agitando pericolosamente, ha deciso di richiamare in Italia immediatamente la Battistini e anche il suo operatore Simone Traini, finito nella lista dei ricercati come la collega.
La reazione di Tajani
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, su X ha annunciato di aver convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia per manifestare la sorpresa per la decisione forte e inattesa di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati. In ogni caso la Battistini è in “buona compagnia” poiché, oltre a Traini, in questa lista ci sono finiti altri giornalisti come Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente televisiva della tv ucraina 1+1 e altre due giornalista ucraine, Olesya Borovik e Diana Butsko.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Rai che, tramite una nota, ha etichettato l’azione del ministro degli Interni russo come un atto di violenza della libertà d’informazione, sostenendo che i giornalisti Rai hanno fatto il loro lavoro di testimoni degli eventi, vale a dire l’invasione delle truppe ucraine nella regione del Kursk.
A mettere ulteriore carne sul fuoco ci ha pensato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ha puntato il dito contro i giornalisti italiani autori di un reportage sull’offensiva delle truppe ucraine nel Kursk definendo la Rai un “organo nazista”.
E adesso Putin minaccia la Nato
Intanto gli animi sono sempre più accesi tra la Russia e l’Alleanza Atlantica, minacciata apertamente da Putin. Il presidente russo ha detto che sono in guerra con la Russia tutti i paesi della Nato che hanno fornito armi a Kiev, in risposta alle parole del segretario di Stato americano Antony Blinken che ha preannunciato l’ok all’utilizzo di missili Atamcs per colpire i territori russi.
Le minacce di Putin inevitabilmente riguardano anche l’Italia, che ha fornito a Kiev i missili Storm Shadow, limitandone però l’uso solo nei territori ucraini occupati. Come riportato da Il Giornale, fonti della Difesa hanno spiegato che in Ucraina non c’è personale militare italiano pronto a vigilare sull’utilizzo dei missili da parte delle truppe ucraine. In sostanza se qualche truppa ucraina decidesse di usare i missili Storm Shadow per colpire i territori russi, nessuno da Roma potrebbe intervenire.