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Sabrina Quaresima

Parla Sabrina Quaresima, la preside del liceo Montale accusata di aver avuto una relazione con uno studente

“Sono sconvolta, pensavo che una sciocchezza del genere morisse così com’era nata, e invece è stata ingigantita oltre misura: è evidente che mi hanno voluto fare del male. I collaboratori poco affidabili hanno fomentato un gossip per mettermi in difficoltà. Sono nell’anno di prova e potrei essere cacciata. E’ stata nviata una ispezione dell’ufficio scolastico regionale”, così Sabrina Quaresima nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Pubblicato il 29 Marzo, 2022

“Sono sconvolta, pensavo che una sciocchezza del genere morisse così com’era nata, e invece è stata ingigantita oltre misura: è evidente che mi hanno voluto fare del male. I collaboratori poco affidabili hanno fomentato un gossip per mettermi in difficoltà. Sono nell’anno di prova e potrei essere cacciata. E’ stata inviata una ispezione dell’ufficio scolastico regionale”, così Sabrina Quaresima nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

E’ la preside 50enne del liceo Montale di Roma accusata di aver avuto una relazione sentimentale con uno studente e che adesso si è affidata a un avvocato per difendersi dalle “cattiverie”.

“Certo che lo conosco e chiariamo subito che non è un ragazzino, ha 19 anni, sta per prendere la maturità – dice riferendosi allo studente col quale avrebbe avuto la relazione – E quando l’ho conosciuto era rappresentante di istituto in surroga, perciò abbiamo parlato diverse volte durante il periodo dell’occupazione. Mi ha accompagnato con la sua macchina al commissariato di Monteverde per fare la denuncia, e lì ci aspettava anche un rappresentante dei genitori. Ho avuto con lui un rapporto cordiale e aperto, come con tutti: la mia porta è sempre aperta“.

“Forse lui le ha messe in giro per vantarsi con gli amici? – si chiede rispondendo alla domanda su chi possa avere raccontato quel che l’ha fatta precipitare in un incubo – Non lo so, ma qualcuno poi può aver fomentato la cosa. Ma non c’è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo davanti a chiunque. Mi sono rivolta ad un legale e chiarirò tutto anche con l’ufficio scolastico regionale ma in questa scuola non mi hanno mai visto di buon occhio, fin dal primo momento. Il sistema su cui si reggeva la vecchia dirigenza non mi convinceva. Ma all’inizio non ho cambiato nessun ruolo perché volevo prima rendermi conto della situazione generale. Ho sbagliato. Ho rimosso solo il primo collaboratore, per la precisione. Che ora è casa in malattia e mi ha messo in difficoltà con le chiavi di accesso per la pubblicazione delle circolari sul sito. Non mi convinceva fin dal primo momento, lui e l’altra collaboratrice gestivano tutte le pratiche, che io ho avocato a me perché volevo controllare la situazione generale. Erano dei filtri, diciamo così. Ma io non volevo lasciare loro gestire tutto, avevo bisogno di capire. Questa scelta non gli è piaciuta, e quando finalmente mi sono decisa a sostituirlo, mi sono trovata nei guai“.


“Sono accuse gravi, me ne rendo conto – continua – infatti non volevo parlare con nessuno perché mi dovrò difendere con le vie legali e con gli accertamenti amministrativi. Devo andarci coi piedi di piombo. Però sono troppo amareggiata. Sono una professionista seria, avevo preso quest’incarico con grande entusiasmo, convinta di poter fare bene e cambiare un po’ le cose. Invece mi sono trovata di fronte a retaggi difficili da modificare“.


“No, i genitori dello studente non si sono mai messi in contatto con me. Quelli del comitato, che si sta costituendo, invece, sono venuti a parlarmi e mi hanno dato il loro appoggio. Anche i docenti: molti sono dalla mia parte e sono venuti a portarmi la loro solidarietà e il loro sostegno”.

I ragazzi hanno scritto sui muri del liceo delle frasi denigratorie: “La laurea in pedagogia l’ha presa troppo seriamente”, “Il Montale sa e non dimentica”, “Puoi chiuderci in classe ma non spegnere le voci”. Ma la preside quando sono apparse non ha provveduto subito a sporgere denuncia: “All’inizio non ho denunciato, erano frasi così generiche e non volevo dare tanta importanza ad un gossip. Alla terza scritta ho denunciato alla Procura, si tratta di un bene dello Stato e non potevo permettere che venisse deturpato: ma se restavo zitta era perché non aveva senso giustificarmi per qualcosa che non era successo, significava ammettere una colpa che non avevo. Io sono felicemente sposata con un uomo meraviglioso, ma sono una donna di bell’aspetto e curata: e purtroppo capisco che qualcuno possa pensar male. Ma sono serissima, mi è costato tanto arrivare qui, e sono nell’anno di prova: qualcuno ha pensato che in un attimo poteva farmi cacciare. Giovedì vedrò l’ispettrice regionale, spero davvero di poter chiarire tutto“.

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