Nei locali della “Casa rossa” di San Biagio di Callalta da alcune settimane è attiva una delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) istituite dall’Ulss 2 Marca trevigiana per dare assistenza sanitaria ai pazienti con Covid-19 accertato o sospetto. L’Azienda sanitaria fa sapere che, nonostante il picco dei contagi pare ormai rientrato, l’Usca rimarrà attiva 7 giorni su 7, dalle ore 8 alle ore 20, fino al termine dell’emergenza coronavirus. “Abbiamo volentieri messo a disposizione i locali, che in passato hanno ospitato il distretto sanitario, ora trasferitosi in un’altra ala dello stabile di piazza Tobagi, perché – spiega l’assessore Giulia Zangrando che con il sindaco Alberto Cappelletto gestisce i rapporti con l’Azienda sanitaria – la salute dei cittadini è una priorità che si può meglio garantire offrendo sul nostro territorio una vasta rete di servizi”.
I locali sono stati organizzati in spazi separati da strutture provvisorie in cartongesso a cura dell’ufficio tecnico dell’Azienda sociosanitaria che si farà carico anche della rimozione, una volta che i locali verranno restituiti. La sede è dimensionata in modo da garantire attività di ufficio (postazioni telefoniche e informatiche), stazionamento e vestizione/svestizione. È inoltre dotata di sistema smaltimento rifiuti ed è quotidianamente garantita adeguata sanificazione.
I medici che operano all’intero dell’Usca, almeno 2 sempre in servizio, in compresenza – fa sapere la Direzione sanitaria dell’Ulss2 – si occupano della assistenza sanitaria a domicilio dei pazienti con COVID-19 accertato o sospetto, in stretto raccordo con i medici di famiglia e con il supporto, quando necessario, del servizio infermieristico di assistenza domiciliare. L’attivazione dell’Usca avviene esclusivamente ad opera dei medici o dei pediatri di famiglia: non è previsto che i singoli pazienti si rivolgano direttamente al servizio. Ricevuta la segnalazione dai medici o pediatri di famiglia, i medici dell’Unità speciale decidono di volta in volta se procedere alla visita domiciliare oppure attivare il monitoraggio telefonico. Durante la visita domiciliare il medico valuta il quadro clinico del paziente e stabilisce se il contesto abitativo e assistenziale può consentire la permanenza a domicilio; inoltre educa il paziente all’automonitoraggio o rinforza le competenze nel monitoraggio dei parametri da parte di chi gli fa assistenza.
L'uomo, 28enne, è stato denunciato dai carabinieri della stazione di San Felice Circeo per aver…
Dalle risse tra passeggeri ai piloti che si addormentano ne stanno succedendo davvero di tutti…
L'intervento dei carabinieri della locale caserma ha portato alla denuncia dell'uomo, di 32 anni, accusato…
Una storia davvero assurda arriva dagli Stati Uniti, dove un prete americano è finito in…
Uno sconvolgente caso di malasanità si è verificato a Bergamo, dove la 61enne Stella Alaimo Franco…
Continua ad infuriare il dibattito sul Ponte sullo Stretto: da un lato c'è chi come…