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san martino salentino

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San Martino salentino, l’appello di Salvemini: “Quest’anno rinunciateci”

Pubblicato il 11 Novembre, 2020

Molto più che in altre parti d’Italia, il San Martino salentino, la sua ricorrenza annuale è molto sentita. Se chiedete in giro agli abitanti del posto, tutti sapranno dirvi che la festa ricorre oggi, l’11 novembre di ogni anno. Lo schema-tipo con cui si festeggia il San Martino salentino comprende prima di tutto “la radunata”. Ci si riunisce tutti: alcuni preferiscono trascorrerlo in famiglia, altri invece insieme al gruppo di amici. Solitamente ci si ritrova tutti a tavola, o presso qualche amico che mette a disposizione la propria casa, oppure si decide di optare per il ristorante o la trattoria. Quindi, si mangia insieme durante una lunga cena, fatta di chiacchiere, di carne genuina e, naturalmente, di tantissimo “mieru” (“vino” nel vernacolo leccese). Quest’anno, però, purtroppo, così come tantissime altre ricorrenze di questo maledetto 2020, il San Martino salentino sarà passato in maniera diversa, causa restrizioni e distanziamento imposti dal Covid e dall’ultimo Dpcm.

San Martino salentino, l’appello del sindaco Salvemini

Distanziamento e norme anti-Covid che oggi potrebbero essere meno seguite del solito, proprio a causa della ricorrenza legata al San Martino salentino. Per cercare di ridurre le occasioni di assembranti e riunioni tra amici, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, come già fatto recentemente in altre occasioni, ha scelto il suo profilo Facebook per lanciare un appello ai suoi concittadini: “In tanti state certamente organizzando una serata tra amici, per celebrare il passaggio dalla vecchia alla nuova annata agraria all’insegna del buon vino. Mi assumo la responsabilità di un messaggio scomodo: vi invito a rinunciare – in questo anno straordinario perché drammatico – a questa occasione di convivialità ogni riunione in luogo chiuso di più persone appartenenti a diversi nuclei familiari – che sia di lavoro o di svago – è considerata causa primaria di trasmissione del contagio ed innesco di potenziali focolai di infezione. È il motivo che costringe tutte le attività di ristorazione a stare purtroppo chiuse. A impedire incontri di lavoro in presenza di più persone negli uffici pubblici e privati. A tenere lontani molti dei nostri studenti dalla lezioni in classe. Non considerate queste mia parole una inaccettabile intrusione nella vostra sfera privata. Nessuno busserà alle porte di casa per controllare se state festeggiando con gli amici. È semplicemente una raccomandazione fondamentale per tutelare la nostra salute nel vivo di una emergenza sanitaria. Solo riducendo al massimo la socialità rallentiamo la folle corsa di questo maledetto virus. Grazie per quanto farete”.

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