Pubblicato il 6 Dicembre 2025
Il mondo della musica perde un grande talento, Frosinone piange la sua scomparsa
La provincia di Frosinone e tutta la Ciociaria sono oggi più silenziose, ferite dalla prematura scomparsa del maestro Sandro Di Stefano, che ci ha lasciato all’età di soli 56 anni dopo una breve malattia. La sua morte ha sconvolto una comunità che lo aveva conosciuto, apprezzato e amato non solo per il suo talento straordinario, ma anche per la sua umanità e generosità.
Una comunità unita nel ricordo
I social sono diventati il palcoscenico di un mosaico di ricordi e testimonianze. Messaggi affettuosi da studenti, colleghi, musicisti e semplici cittadini che avevano avuto la fortuna di conoscerlo. Parole che parlano di un uomo “gentile”, “profondo” e capace di “emozionare con una nota e con un sorriso”. La sua figura rimarrà scolpita nella memoria collettiva di Ceccano e di tutta la Ciociaria, che oggi si sente più fragile senza di lui.
Un talento che nasce nella sua terra
Sandro Di Stefano nasce e cresce a Frosinone, dove inizia il suo percorso musicale al Conservatorio “Licinio Refice”. Da lì, con una base solida, si trasferisce al Conservatorio “Casella” dell’Aquila, dove si diploma e prosegue gli studi in musica da film con il maestro Stelvio Cipriani al “Net” di Mogol. La sua carriera musicale prende il volo e si distingue a livello internazionale.
Una carriera brillante e internazionale
Con oltre 90 colonne sonore per cinema, tv e documentari, Sandro Di Stefano ha collaborato con registi di prestigio come Francesco Calogero e Giorgio Serafini, raccogliendo premi prestigiosi, tra cui la Miglior Colonna Sonora al Freakemacine Festival e il riconoscimento per la Migliore Musica Originale al 42º Gdynia Film Festival. Membro dell’European Film Academy e dell’Academy polacca “Orły”, Di Stefano è stato un punto di riferimento nel panorama musicale internazionale.
Collaborazioni indimenticabili e generosità
Oltre alle colonne sonore, Di Stefano ha arricchito la musica italiana con la sua collaborazione con Fabrizio De André nell’arrangiamento orchestrale di La canzone dell’amore perduto e con Eugenio Bennato, per cui ha composto È na Janara, incisa con Pietra Montecorvino. Tuttavia, i riconoscimenti prestigiosi passano in secondo piano rispetto al ricordo di un maestro generoso, capace di trasmettere il suo sapere agli studenti, dal Berklee College of Music ai conservatori italiani. Le sue doti di ascolto, competenza e disponibilità hanno fatto di lui una figura amata e rispettata.
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