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Sarri vuole tornare in panchina: “Spero prima di gennaio. Sogno il Boca”

Pubblicato il 11 Settembre 2024

“Con l’inizio della nuova stagione, mi è cresciuta forte la voglia di esserci dentro, di tornare in campo. Spero prima di gennaio”, così Maurizio Sarri.

Lo scorso 13 marzo, con la Lazio al nono posto in classifica, ammaina bandiera rassegnando le dimissioni.

Adesso, però, quella panchina abbandonata in preda all’amarezza e allo scoramento, lo chiama.

Vuole tornare a guidare una squadra, Sarri, e spera di poterlo fare al più presto, confessa in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

“Dipenderà dalle situazioni, dalle offerte che riceverò, dalle motivazioni. Dalla telefonata che mi trasmetterà più adrenalina”, spiega.

“Non mi vedo all’ultimo ballo. Ho ancora voglia di allenare e penso di essere nelle condizioni di poter dare qualcosa”, ammette con franchezza.

“È vero che in questo momento vanno di moda i giovani, ma lo scorso anno le tre coppe europee sono state vinte da tecnici della mia età: Ancelotti in Champions, Gasperini in Europa League e Mendilibar in Conference. Idem De la Fuente, c.t. della Spagna campione d’Europa”, snocciola.

E rivela cosa custodisce nel cassetto: “Il Boca Juniors sarebbe un sogno finale, folle, non so se realizzabile. Qualche partita alla Bombonera sarebbe una esperienza unica”.

“Sono ammirato da Conte. Antonio, oltre ad essere un grandissimo allenatore, ha questa capacità di far investire i suoi club. Il Napoli ha costruito una squadra forte e Antonio realizzerà un ciclo importante. Non so se vincerà subito, ma la storia di Conte è quella”, dice a proposito di una delle sue ex squadre.

“Aurelio è impulsivo caratterialmente, ma sotto la sua gestione il Napoli è cresciuto e gli sarò sempre grato per avermi fatto allenare la squadra del cuore. I suoi silenzi sorprendono, ma spero sia l’inizio di qualcosa di positivo”, aggiunge.

E sull’altra grande squadra italiana che ha allenato… “Sono due film diversi. Quando sono arrivato io alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. Ora invece ci sono. Siamo all’inizio, ma Motta ha la volontà di fare qualcosa di diverso”.